Lìberos

Te lo do io il titolo

Pubblicato il 28-07-2012

il_bambino_con_il_pigiama_a_righe_182Non è sempre così, ma tante volte capita che l'unica cosa del suo libro che non ha scritto l'autore sia proprio il titolo. Eppure non di rado è stato proprio il titolo giusto a favorire il successo di un romanzo. Chi sceglie i titoli? Perché certi titoli si somigliano tutti?

 

Non è per mancanza di fantasia, ma per una complessa alchimia tra il desiderio di non offendere il senso del libro e la voglia matta di strizzare l'occhio al lettore e convincerlo a comprarlo. Forse alla fine prevale la seconda pulsione, perché è innegabile che nella giungla dell'iperproduzione editoriale degli ultimi anni si sia verificato un meccanismo di clonazione dei titoli che ha riempito le librerie di testi dalla facciata molto simile. Accade perché, quando un titolo funziona, i responsabili del marketing tendono a fare in modo che certe storie, anche se non necessariamente simili a quelle che hanno già avuto successo, abbiano titoli comunque non troppo diversi, con la speranza di generare associazioni rassicuranti e senso di familiarità nel lettore che vaga sperduto per i banchi della libreria. A volte l'autore riesce a resistere e impone il suo titolo, altre volte invece accetta il consiglio e si fida. Non è detto che faccia male, come dimostra il successo di Paolo Giordano con il bellissimo titolo La solitudine dei numeri primi.

Quali sono le parole chiave che "tirano" di più in un titolo? Nel corso delle settimane a venire noi di Lìberos faremo una piccola statistica, ma salta subito all'occhio da ogni scaffale che uno dei principali filoni è senza dubbio l'infanzia.

I bambini attraggono, commuovono o spaventano, tutte emozioni forti che possono spingere inconsciamente un lettore all'acquisto. Basta usare la parola "BAMBINO/A" e mettere in copertina un volto di bimbo o di bimba, specie se fuori dall'ordinario, per catturare anche l'attenzione del più distratto. A volte è sufficiente usare anche solo il volto di un ragazzino, ma la combinazione faccia+parola risulta ancora più efficace.

I romanzi che usano i bambini in copertina sono decine. Ecco una piccola carrellata di alcuni dei più noti.

GarzantiMarco-Franzoso-Il-bambino-indacoPiemme2SperlingbambinadinevePiemmeSperling2scurati

Non sei ancora iscritto?


Perché iscriversi a Lìberos?

Per presentarsi. Liberos.it è un social network, quindi uno spazio dove farsi riconoscere come soggetti individuali e interagire con gli altri. Qui, dietro ai nickname, ci sono sempre delle persone.

Per appartenenza. Gli altri social network sono piattaforme globali, non tematiche e non legate a un luogo fisico preciso: chi si iscrive a Facebook non si identifica in Facebook, ma nella propria rete personale di contatti. Nello spazio virtuale di liberos.it si incontra invece una comunità reale di appassionati di libri, radicata in un territorio e coesa da un codice etico. Iscriversi a liberos.it significa riconoscere l'ideale di questa appartenenza.

Perché personalizza le scelte. Avere le statistiche di iscrizione ci rende precisi, perché ci permette di applicare dei filtri allo scambio di informazioni. I dati facoltativi sui nostri gusti e sulla nostra geolocalizzazione ci aiutano a scegliere - in mezzo a tutte gli stimoli disponibili - cosa vogliamo fare e cosa ci interessa davvero sapere.