Lìberos

Campiello Connection

Pubblicato il 17-08-2012

campiello2012Annata grassa questa per l'autore nuorese più amato: Marcello Fois, dopo la grande vetrina della cinquina dello Strega, il prossimo 1° di settembre affronta la giuria del premio letterario più prestigioso d'Italia, quello che la leggenda vuole essere immune dai magheggi dei poteri forti editoriali. La giuria del Campiello in effetti ha due livelli di selezione che risultano particolarmente rassicuranti: il primo - una giuria scientifica composta da grandi italianisti e un presidente di prestigio - seleziona la cinquina dei vincitori, i quali possono già tutti fregiarsi del titolo di Premi Campiello. Il secondo livello è una giuria popolare composta da circa 300 lettori che cambiano ogni anno e sono scelti rispettando criteri geografici, anagrafici e demografici eterogenei. Il nome di questi votanti lettori non è conosciuto alle case editrici, ma anche se lo fosse sarebbe inutile: i giurati possono far parte della giuria del Campiello una sola volta nella vita. In questo modo la suspence del vincitore e l'assoluta trasparenza del premio sono garantiti fino all'ultimo momento, quella della diretta televisiva in cui anche gli autori verranno a conoscenza del vincitore, il SuperCampiello. Noi spudoratamente facciamo il tifo per Marcello Fois, non solo perché è sardo, ma soprattutto perchè Nel tempo di mezzo è forse il suo migliore libro. Però quest'anno la selezione dei testi in cinquina esprime una qualità letteraria particolarmente alta. Ve li presentiamo accompagnati da un piccolo giudizio scelto a nostra discrezione tra i migliori apposti su Anobii.

 

 

Nel tempo di mezzo di Marcello Fois
Fois ha superato se stesso, regalandoci un libro strepitoso.
Storia appassionante, elegia pura di un’epoca e di una terra che non è più.
Personaggi vividissimi, tratteggiati con maestria attraverso un linguaggio maturo e compiuto in ogni sua sfumatura.
Fois è sempre stato uno scrittore sopraffino, molto attento al linguaggio e alla parola scritta; ha sempre centellinato ogni vocabolo, cesellando quasi le parole, rendendole espressione visiva degli stati emotivi della storia.
Con questo ultimo libro ha però costruito qualcosa di eccezionale, che sarà ricordato a lungo, perché emozione, storia e linguaggio diventano un tutt’uno inscindibile ed appassionante, che toglie il respiro e ti colpisce alla pancia.
Fois è forse l’ultimo dei grandi lirici, nel senso più ampio e alto del termine, e merita, ancora e più che per le sue precedenti opere, il premio Strega.
Un plauso a lui per la sua grandezza e a Einaudi per il coraggio di proporre un autore così poco convenzionale nell’attuale panorama letterario.
(Lorylapulce)

Il senso dell'elefante di Marco Missiroli
Letto subito dopo "La strada" di Cormac McCharty.Essendo lo stesso scrittore americano citato in apertura di romanzo,non ho dubbio che proprio "La strada" sia stato l'incipt che ha dato il la' alla stesura di questo bellissimo romanzo di Marco Missiroli.
Il legame di amore massimo tra padre e figlio è qui trionfalmente e drammaticamente celebrato.
Dal confronto con l'uomo,col suo istinto di paternità,con la sua volontà raziocinante e inscalfibile,le figure femminili ne escono un po' frastornate.
Quindi un libro che non piacerà alle donne,non piacerà a tutta quella gente che da un romanzo si aspetta di ricavarne sempre una profonda filosofia morale.Non c'è nulla di etico in questo racconto:solo è di una bellezza struggente.
La scrittura è asciutta e senza fronzoli ricorda,guarda un po',quella di un grande scrittore statunitense contemporaneo. (Laratromb)

 

 

Tutti i colori del mondo di Giovanni Montanaro
Caro signor Van Gogh
non sono sicura che leggerete mai questa lettera.
Inizia così il romanzo di Giovanni Montanaro Tutti i colori del mondo, una lettera scritta dalla giovane Teresa a Vincent Van Gogh piena di dolcezza, di amore, di sofferenza e di colori. I colori di Gheel (giallo), piccola cittadina del Belgio, dove Teresa e Vincent si sono conosciuti e dove Teresa ha parlato dei colori a Vincent che ancora non conosceva il genio che era in lui.
A Gheel i matti vivono presso le famiglie,nessun ospedale, nessuna camicia di forza. L'incontro con Vincent cambierà Teresa e le loro strade si incroceranno ancora a Saint Remy, dove arrivano entrambi per ritrovarsi dopo anni di sofferenza. Nel piccolo romanzo di Montanaro c'è tutto, la malattia, l'amore, la sessualità, i colori e c'è lui Vincent con i suoi colori, la sua passione, la sua tristezza e la sua malinconia. E' un libro che se amate Van Gogh non potete non leggere e insieme a Vincent amerete anche Teresa e insieme a lei soffrirete per le ingiustizie che, in nome della scienza, possono essere inflitte alle persone che non sono così come la scienza standardizzata vorrebbe.
(Giusy)

La collina del vento di Carmine Abate
È un peccato che questo scrittore non sia così conosciuto come altri e che i suoi libri non vendano tanto come altri (che poi sono sicuramente di più dubbiosa qualità). Un libro meraviglioso, dove si mette in mostra il valore della famiglia, diffendere la propria terra (in questo caso una zona della Calabria) e il percorso della vita attraverso le nuove generazioni. Scritto in modo semplice, con tanto di dialetto (si capisce bene e ciò rende il libro più vicino al posto e alla loro cultura) e pieno di riflessioni. Come unico "ma" direi che è abbastanza simile all'altro libro suo che ho letto: Tra due mari. Consigliabile 100%. (Spagnolo)

 

 

 

Più alto del mare di Francesca Melandri
Romanzo breve (121 pagine) intenso, profondo, pieno di umano dolore. Francesca Melandri scrive benissimo, l'ho scoperta con Eva dorme e torno a ribadirlo qui. Ancora una volta indaga nelle pieghe (e nelle piaghe) della nostra storia recente e ci racconto un incontro, breve come il romanzo, tra due anime perdute, due parenti dei colpevoli.
Un dolore nuovo per noi lettori. Che ti costringe a riflettere a lungo e a pensare " e se fosse capitato a me?". Facile dirsi no, a me non poteva capitare. Luisa è la moglie di un uomo violento, divenuto assassino. E se la sua sofferenza in qualche modo suscita la nostra empatia, più complesso è il personaggio di Paolo, padre di un brigatista colpevole di tre omicidi a sangue freddo.
Da leggere.
(Lilli Luini)

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