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E intanto, mentre non c'eri...

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Douglas Adams

Guida galattica per gli autostoppisti

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (3)
Inserito il 13-05-2015 da gilberte
Aggiornato il 15-11-2022 da Maria Agostina
Disponibile in 45 librerie
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Aggiornato il 15-11-2022 da Maria Agostina
Disponibile in 45 librerie

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...

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Recensioni

o frisco mourisco

Premesso che per chi come me è un appassionato di Futurama, di Fry, Zapp Brannigan e soci, questo libro oltre che Guida diventa un po' anche una bibbia, tanto dovrebbe essere una lettura obbligata.. nel libro c'è tutta l'immaginazione e l'ironia di un futuro in cui la Terra ci starà stretta (anzi, non ci sarà più e basta), ed esisterà solo nei paragoni, nelle differenze e nelle storture delle società di altri mondi di culture aliene; un mondo dove le enciclopedie perderanno sempre più colpi e si leggeranno delle mega Lonely Planet interplanetarie, perché l'importante sarà viaggiare ed avere qualche infarinatura pronta per i confronti con l'altro.
Ed allora anche nell'Universo più profondo, così come dissero Jack e i suoi amici ai loro tempi, "non vedete che Dio è l'Orsa Maggiore?".

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Thanit

Posto che la fantascienza non è il mio genere letterario prediletto, anzi!, ero curiosa di leggere sta famosa guida galattica. L'ho fatto, e ora mi chiedo "Perchè?". Ma la risposta che cerco non è 42 o qualsiasi altra risposta sul significato della vita dell'universo e su tutto...ma piuttosto: perchè la gente prende sul serio libri così? Perchè sente il bisogno di trovare un senso allo sfogo letterario di una persona sicuramente creativa come Douglas Adams? Perchè non si mette il cuore in pace invece che aspettare la fine del mondo che potrebbe essere stata commissionata da una popolazione dalle sembianze rattesche? Diffondete il verbo: "The answer to this is very simple. It was a joke. It had to be a number, an ordinary, smallish number, and I chose that one. Binary representations, base thirteen, Tibetan monks are all complete nonsense. I sat at my desk, stared into the garden and thought '42 will do' I typed it out. End of story. Best, Douglas Adams http://groups.google.com/group/alt.fan.douglas-adams/msg/d1064f7b27808692?pli=1" Il mio giudizio è quindi contaminato dal fatto che si è parlato tanto di questo romanzo e chissà cosa mi aspettavo...Non è il mio genere e non l'ho trovato nemmeno particolarmente divertente.

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adriana

Rischio di essere una voce fuori dal coro, ma a me questo librino non è piaciuto proprio per niente. Lo stavo per abbondanere prima delle 50 pagine, ma ho resistito per poi avere la tentazione di abbandonarlo le ultime trenta. Non è sicuramente il mio genere.

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Editore: Mondadori

Lingua: Italiano

Numero di pagine: 212

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804464631

ISBN-13: 9788804464631

Data di pubblicazione: 1999

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Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...

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Ed allora anche nell'Universo più profondo, così come dissero Jack e i suoi amici ai loro tempi, "non vedete che Dio è l'Orsa Maggiore?".

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Thanit

Posto che la fantascienza non è il mio genere letterario prediletto, anzi!, ero curiosa di leggere sta famosa guida galattica. L'ho fatto, e ora mi chiedo "Perchè?". Ma la risposta che cerco non è 42 o qualsiasi altra risposta sul significato della vita dell'universo e su tutto...ma piuttosto: perchè la gente prende sul serio libri così? Perchè sente il bisogno di trovare un senso allo sfogo letterario di una persona sicuramente creativa come Douglas Adams? Perchè non si mette il cuore in pace invece che aspettare la fine del mondo che potrebbe essere stata commissionata da una popolazione dalle sembianze rattesche? Diffondete il verbo: "The answer to this is very simple. It was a joke. It had to be a number, an ordinary, smallish number, and I chose that one. Binary representations, base thirteen, Tibetan monks are all complete nonsense. I sat at my desk, stared into the garden and thought '42 will do' I typed it out. End of story. Best, Douglas Adams http://groups.google.com/group/alt.fan.douglas-adams/msg/d1064f7b27808692?pli=1" Il mio giudizio è quindi contaminato dal fatto che si è parlato tanto di questo romanzo e chissà cosa mi aspettavo...Non è il mio genere e non l'ho trovato nemmeno particolarmente divertente.

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adriana

Rischio di essere una voce fuori dal coro, ma a me questo librino non è piaciuto proprio per niente. Lo stavo per abbondanere prima delle 50 pagine, ma ho resistito per poi avere la tentazione di abbandonarlo le ultime trenta. Non è sicuramente il mio genere.

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