Lìberos

Le cose turche di Alessandro D'Avenia

Pubblicato il 26-08-2012

Le traduzioni estere sono il fiore all'occhiello degli scrittori: il loro successo si misura anche sulla base del numero di paesi che si sono convinti a comprare i diritti di edizione dei loro scritti. Ma ogni tanto la conversione dell'opera originale presenta qualche controindicazione non proprio gradita all'autore. I principali pericoli in agguato sono il cambio drastico del titolo, una traduzione approssimativa e, dolore ancora più intenso, lo stravolgimento della copertina originale. In questa rubrica mettiamo a confronto alcuni titoli famosi con una o più delle loro versioni estere. Questa settimana cominciamo con Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia, che è appena stato ospite al festival di Gavoi.

 

La copertina originale è malinconica e inquietante: una ragazza emaciata e pallidissima, con i capelli rosso naturale legali morbidamente, guarda in camera abbracciata a un ramo secco e sbiancato dal sole. L'impressione complessiva è che la ragazza sia malata e triste e che probabilmente la incontreremo dentro al romanzo. La copertina a destra è invece la traduzione turca del libro dello scrittore siciliano e, pur mantenendo la dicotomia dei colori che fa da didascalia cromatica al titolo, risulta profondamente diversa. Il dolce mogano dell'originale diventa un fiammante rosso pompiere, sia sulla banda del titolo che sui capelli della fanciulla. La figura gracile e protesa della copertina italiana scompare per lasciarci solo un volto che emerge da un bagno di latte come quello di una nobile romana; ma più che una Poppea moderna, la ragazza della foto sembra semplicemente morta. Chi non conoscesse la trama del libro di D'Avenia, guardando la copertina turca potrebbe dedurre un contenuto da thriller, con un cadavere di donna misteriosa e bellissima che emerge da un annegamento come una pallilda Laura Palmer.

Non sappiamo cosa ne pensi D'Avenia, ma noi preferiamo l'originale. E voi?  

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