Lìberos

Sogno un mondo con meno libri

Pubblicato il 08-05-2015

DanieleLo definiscono l’angelo custode degli autori: è l’agente letterario, una figura professionale che si pone come mediatore tra case editrici e autore. Un mestiere affascinante, dinamico e in continua evoluzione, in cui passione, competenza e dedizione non bastano, ma sono necessarie conoscenze approfondite del panorama editoriale e letterario, una solida cultura e il fiuto per scovare autori meritevoli. Un’efficace sintesi di questo mestiere si può trovare nelle parole scritte da Giordano Bruno Guerri su Erich Linder (straordinario agente letterario che rappresentò autori come Thomas Mann e Franz Kafka): “Il merito grande di Linder era di avere tre teste, come Cerbero: quella dell’autore, quella dell’editore e quella del lettore, e di saperle usare, di volta in volta, insieme o disgiunte, magnifico mostro”.

Per conoscere meglio il ruolo dell’agente nel panorama editoriale abbiamo intervistato Daniele Pinna (a destra in una foto di Maurizio Mulas), dell’agenzia letteraria Kalama, una realtà che rappresenta decine di autori stimati a livello nazionale, tra i quali anche scrittori affermati come Michela Murgia e Gianluca Floris, senza distogliere lo sguardo dagli esordienti e, come viene scritto nella presentazione dell’agenzia, prestando “una particolare attenzione alla ricerca di nuovi talenti affinché possano trovare una giusta collocazione nel mercato editoriale

 

L’agenzia è nata a Cagliari nel 2005 e, oltre a svolgere attività di rappresentanza, offre molteplici servizi dedicati ad autori e case editrici, quali valutazione di inediti, editing, correzione di bozze e corsi di scrittura creativa (per adulti e bambini).

  • Daniele, raccontaci le fasi iniziali dell’esperienza legata all’apertura e all’avvio dell’agenzia letteraria Kalama. Qual è stata la molla che vi ha spinti ad aprire una vostra realtà editoriale?

Pur essendo la realtà sarda ricca di lettori appassionati e competenti e di ottimi scrittori, non esisteva un’agenzia letteraria.

Io e il mio socio Patrizio Zurru abbiamo deciso che si poteva fare qualcosa di nuovo a casa nostra, attingendo in prima battuta dall’enorme  patrimonio di talenti che avevamo e abbiamo a disposizione. Ora, a distanza di sette anni, lavoriamo con autori ed editori  di tutta Italia.

  • Com’è cominciata la tua carriera legata all’editoria e che attività svolgevi prima di  diventare il titolare  dell’agenzia Kalama?

Ho una formazione accademica, sono laureato in letteratura moderna e contemporanea e  collaboravo da  tempo con diverse realtà del mondo librario.  La mia preparazione più quella del mio  socio, esperto  libraio, hanno fatto nascere Kalama.

  • Quali sono i passi più difficili da compiere per un agente letterario che inizia a inoltrarsi nel mondo dell’editoria?

Trovare e consolidare i giusti contatti, essere riconosciuti come referenti seri e professionali. Gli editori devono potersi fidare delle proposte delle agenzie e serve sicuramente del tempo perché  questo accada.

  • “I servizi costano troppo, la scheda di valutazione di un manoscritto non  dovrebbe prevedere un pagamento, eccetera” sono solo alcuni dei pareri che si sviluppano attorno alla figura delle agenzie letterarie. Può capitare, infatti, che ci siano delle critiche negative, legate ad esempio al costo dei servizi editoriali che  le agenzie offrono o ai dubbi riguardanti la loro effettiva “utilità”. Cosa pensi a  riguardo?  Cosa rispondi a chi avanza queste considerazioni?

Un’agenzia deve selezionare le opere degli autori da rappresentare e non può farlo gratuitamente. Leggere un testo e produrre una scheda di valutazione è un lavoro e come tale va pagato. Senza un  filtro di questo tipo, come potremmo dare risposte serie e professionali agli autori?

La maggior parte delle agenzie nazionali ha fatto la nostra stessa scelta, poche altre no: questo consente agli aspiranti scrittori di scegliere a chi rivolgersi.

  • Cosa consiglieresti a un giovane aspirante agente letterario? Secondo te ci sono delle “tappe obbligate” in questo percorso?

Essendo il mercato saturo eviterei la rappresentanza. Punterei maggiormente sull’offerta di servizi editoriali, studiando al meglio il fenomeno dell’editoria digitale.

  • Infine, fai una fotografia del panorama letterario italiano contemporaneo: quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi? I lettori continuano a diminuire… A cosa è dovuto, secondo te, questo dato e quale potrebbe essere la soluzione per una crescita?

Vorrei poter assistere a una decrescita dell’offerta.

Il lettore, anche quello forte, non riesce a star dietro alle novità; il mercato editoriale è traboccante di proposte e questo non solo svilisce il lavoro, tanto, che si fa per portare i libri sugli scaffali, ma rende invisibili opere degne di considerazione. L’editoria a pagamento contribuisce, vomitando sul mercato centinaia di titoli inutili ogni anno e io mi auguro che venga spazzata via dal self publishing.

Per guadagnare nuovi lettori occorre un lavoro comune tra librerie (specialmente quelle indipendenti), associazioni e amministrazioni pubbliche, che spesso non riconoscono alla cultura la giusta importanza non solo educativa e formativa a livello individuale e collettivo, ma anche economica. La cultura genera ricchezza, non lo si può dimenticare.

Un’attenzione particolare va al mercato digitale: gli ebook sono la giusta occasione per incrementare gli acquisti dei lettori forti, come già sta accadendo negli USA.


Grazie agli amici di AngoloLettura che hanno realizzato questa interessante intervista.

 

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