Lìberos

I cinque illeggibili di Paolo Maccioni

Pubblicato il 08-08-2012

Paolo MaccioniPaolo Maccioni è autore, pubblicista e conduttore del programma radiofonico Cono Sur. L'America Latina alla radio, su Radio press. Ha pubblicato Insonnie newyorkesi, L'ufficio del pietrisco, Doppio gioco e, con lo pseudonimo Gustavo Pratt, Scrittori à la carte. L'ultimo suo romanzo è Buenos Aires troppo tardi, per Arkadia. Tuttò ciò da Mr. Hyde. Come Dr. Jekyll invece è odontoiatra.


La montagna incantata, di Thomas Mann. D'accordo, è un capolavoro, ma io lo trovai faticoso, insopportabilmente lento e prolisso. E va bene che avevo l'impazienza dell'adolescente quando lo affrontai, ma lo abbandonai prima ancora che Hans Castorp riuscisse ad arrivare al sanatorio di Davos. Comunque mi fu utile: ottimo come sonnifero non farmacologico.

 

Il pendolo di Foucault, di Umberto Eco. Contorto, dispersivo (tanto da costringere il lettore a prendere appunti) e appesantito da digressioni trasudanti un'erudizione da saputello compiaciuto. La definizione migliore di questo libro la dà l'anagramma del titolo, formulato dallo stesso Eco : "Un plot da folli di U.Eco". Ricordo di non averlo tirato a casino, ma sul muro, per uccidere una zanzara. 

 

 

Afrodita, di Isabel Allende. Da tirare a casino per quanto riesce ad essere involontariamente ridicolo. Una galleria di banalità sul rapporto sesso-cibo. Il ricettario che occupa  la seconda metà del libro potrebbe riscattare la prima parte, dove pullulano perle come questa: "in Francia si fa l'amore e si mangia con parsimonia, assaporando entrambe le cose con religiosa gratitudine". Maripozzutoccai?, direbbe, con accento alla Gristolu, il lettore francese.

 

Ma quale amore, di Valeria Parrella. Un'insulsaggine di genere "turistico-sentimentale". 

Superficiali e inverosimili le analogie fra Napoli e Buenos Aires, due città che – escluso Maradona – non hanno davvero nulla in comune nello spirito, nel sapore, nell'aspetto. A carte scoperte l'autrice dichiara che l'editore (che entra nella fabula) le ha pagato il viaggio. «Cara scrittrice, dunque, a che punto siamo con questo libro di viaggio a Buenos Aires? T’abbiamo dato tutto quello che volevi, un sacco di soldi, ti abbiamo anche permesso di farti accompagnare da un tipo.». Bene, allora c'è da prendersela con l'editore Rizzoli più che con l'autrice, che per fortuna ha scritto cose ben migliori di questa fuffa illeggibile.

 

Doppio gioco, di Paolo Maccioni. In realtà questo è un libretto di spessore: lo spessore sufficiente per non far ballare il tavolino della veranda. È una provocazione, certo, ma lanciata di proposito per evitare che Liberos corra il rischio di diventare autoreferenziale e un po' snob, e con l'augurio che questa rubrica possa essere estesa anche ai lettori. Oltre ad autori, editor, agenti letterari, librai... auspico che i lettori possano intervenire più attivamente, non solo fra i commenti. Ajò, magari a partire da questo spazio, e, perché no, magari per stroncare proprio i libri degli autori presenti su Liberos!

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