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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Johan Harstad

Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (3)
Inserito il 29-04-2016 da strepitio
Aggiornato il 29-04-2016 da strepitio
Disponibile in 5 librerie
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Aggiornato il 29-04-2016 da strepitio
Disponibile in 5 librerie

Che ne è stato di Buzz Aldrin? Chi si ricorda del secondo uomo che ha messo piede sulla luna dopo Neil Armstrong? Per Mattias, nato in quella mitica notte del 20 luglio 1969, il capitano Edwin “Buzz” Aldrin è un idolo, simbolo di tutti coloro che svolgono il loro compito e spariscono nella folla, contenti di fare la loro parte, essere una ruota dell’ingranaggio. Non tutti vogliono essere il numero uno, e Mattias si è ostinatamente votato all’invisibilità: How to disappear completely, dice una canzone dei Radiohead amata dall’autore. Così ha sempre tenuto nascosto il suo talento per il canto, tranne un’unica volta: quando l’ha fatto esplodere al ballo del liceo per conquistare l’amore di Helle. E anche se l’amico Jørn l’ha sempre pregato di cantare nella sua band, Mattias resta lontano dai riflettori: lavora in un vivaio e coltiva il suo giardino, una vita felicemente normale. Ma anche un ingranaggio ben funzionante rischia di incepparsi e da un momento all’altro si può essere sbalzati fuori dalla sicurezza della propria orbita, in assenza di gravità. Mentre tutto gli crolla attorno, Mattias segue la band di Jørn per un concerto alle isole Faroe e sbarca nella magnifica desolazione del loro paesaggio lunare: forse è in questo luogo dimenticato che vanno a finire le cose perdute, forse è qui che Mattias può ritrovare se stesso, affrontare i propri fantasmi e scoprire che non si può fluttuare nello spazio della propria solitudine, che l’amicizia e l’amore ci impediscono di sparire completamente. Una scrittura pulsante come una colonna sonora che macina rock e cultura pop in un crescendo di immagini sorprendenti, nitide e intrise di una poesia lieve e malinconica. Un inno al non apparire che è una salutare provocazione in una società ossessionata dal protagonismo.

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Recensioni

stefano

struggente è stato l'aggettivo che durante tutto il libro avevo in mente. eppure ho trovato un affinità spirituale con Mattias, il protagonista. le Faroer sono le coprotagoniste del libro, una terra dura, fredda e allo stesso tempo meravigliosa.<br />queste isole perse nel mezzo dell'atlantico del nord che sono sia una prigione che una liberazione e un punto di partenza.<br />non è importante da quale isola vieni, se nel mezzo del mediterraneo o nel mezzo dell'atlantico, le sensazioni sono le stesse.

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Capsicum

non è un brutto libro, ma mi sono stufata a metà di leggerlo; chissà perché. Oggettivamente non è noioso, ma soggettivamente si. agosto 2011, l'ho poi finito. senza entusiasmo.

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strepitio

serve talvolta un libro gentile, molto educato, per riprendersi da tutte le cose sfaccettatissime con le quali ci seppelliamo ogni giorno. buona lettura, una pulizia di primavera alla testa.

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Editore: Iperborea

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 457

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8870911640

ISBN-13: 9788870911640

Data di pubblicazione: 2008

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Johan Harstad

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Aggiornato il 29-04-2016 da strepitio
Disponibile in 5 librerie

Che ne è stato di Buzz Aldrin? Chi si ricorda del secondo uomo che ha messo piede sulla luna dopo Neil Armstrong? Per Mattias, nato in quella mitica notte del 20 luglio 1969, il capitano Edwin “Buzz” Aldrin è un idolo, simbolo di tutti coloro che svolgono il loro compito e spariscono nella folla, contenti di fare la loro parte, essere una ruota dell’ingranaggio. Non tutti vogliono essere il numero uno, e Mattias si è ostinatamente votato all’invisibilità: How to disappear completely, dice una canzone dei Radiohead amata dall’autore. Così ha sempre tenuto nascosto il suo talento per il canto, tranne un’unica volta: quando l’ha fatto esplodere al ballo del liceo per conquistare l’amore di Helle. E anche se l’amico Jørn l’ha sempre pregato di cantare nella sua band, Mattias resta lontano dai riflettori: lavora in un vivaio e coltiva il suo giardino, una vita felicemente normale. Ma anche un ingranaggio ben funzionante rischia di incepparsi e da un momento all’altro si può essere sbalzati fuori dalla sicurezza della propria orbita, in assenza di gravità. Mentre tutto gli crolla attorno, Mattias segue la band di Jørn per un concerto alle isole Faroe e sbarca nella magnifica desolazione del loro paesaggio lunare: forse è in questo luogo dimenticato che vanno a finire le cose perdute, forse è qui che Mattias può ritrovare se stesso, affrontare i propri fantasmi e scoprire che non si può fluttuare nello spazio della propria solitudine, che l’amicizia e l’amore ci impediscono di sparire completamente. Una scrittura pulsante come una colonna sonora che macina rock e cultura pop in un crescendo di immagini sorprendenti, nitide e intrise di una poesia lieve e malinconica. Un inno al non apparire che è una salutare provocazione in una società ossessionata dal protagonismo.

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stefano

struggente è stato l'aggettivo che durante tutto il libro avevo in mente. eppure ho trovato un affinità spirituale con Mattias, il protagonista. le Faroer sono le coprotagoniste del libro, una terra dura, fredda e allo stesso tempo meravigliosa.<br />queste isole perse nel mezzo dell'atlantico del nord che sono sia una prigione che una liberazione e un punto di partenza.<br />non è importante da quale isola vieni, se nel mezzo del mediterraneo o nel mezzo dell'atlantico, le sensazioni sono le stesse.

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Capsicum

non è un brutto libro, ma mi sono stufata a metà di leggerlo; chissà perché. Oggettivamente non è noioso, ma soggettivamente si. agosto 2011, l'ho poi finito. senza entusiasmo.

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strepitio

serve talvolta un libro gentile, molto educato, per riprendersi da tutte le cose sfaccettatissime con le quali ci seppelliamo ogni giorno. buona lettura, una pulizia di primavera alla testa.

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