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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Francis Scott Fitzgerald

Il grande Gatsby

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 29-04-2016 da strepitio
Aggiornato il 29-04-2016 da strepitio
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 29-04-2016 da strepitio
Aggiornato il 29-04-2016 da strepitio
Disponibile in 3 librerie

Ľessenzialità, la finezza descrittiva e la nitidezza del procedimento narrativo (la storia è raccontata attraverso il punto di vista di Nick, vicino e amico di Gatsby), la creazione sapiente di personaggi indimenticabili hanno fatto ormai di questo romanzo un punto fermo, un “classico moderno”. Lo scenario è quello dei frenetici anni Venti, di cui Fitzgerald stesso e la moglie Zelda furono favolosi protagonisti tra New York, Parigi e la Costa Azzurra. Attraverso le sue feste brillanti e stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, il «grande Gatsby», il misterioso, affascinante e inquieto protagonista, non mira tuttavia che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Al di là della romantica suggestione, il sogno di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, come l’originario “sogno americano” di un Mondo Nuovo, che, come ogni sogno di purezza astratta, la realtà frantuma e disperde. Gatsby e Daisy per molti di noi hanno i volti di Robert Redford e Mia Farrow, interpreti di una famosa versione cinematografica del 1974.

«Nelle notti estive, dalla casa del mio vicino si sentiva della musica. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene tra i mormorii, lo champagne e le stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio osservavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia bollente della sua spiaggia mentre i suoi due motoscafi solcavano le acque dello Stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di schiuma.»

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Recensioni

Noce Moscata

Quando ho letto per la prima volta questo libro, ero al liceo. Mi ricordo che mi era piaciuto tantissimo e che mi aveva lasciato addosso una gran malinconia. Ma all'epoca non avrei saputo dire qual era l'origine di tanta malinconia. In effetti non potevo saperlo. Per il semplice fatto che ero troppo giovane, e ancora non avevo alle spalle un passato significativo. Non potevo dunque immaginare che chiunque, superata una certa età vorrebbe rispecchiarsi nelle proprie illusioni, oppure allargare tanto le braccia da poter abbracciare il futuro e farne una leva per ritornare verso il passato. Per riavere certe occasioni intatte, pure e piene di possibilità come se fossero ancora da scartare. Gatsby è un grande. Perché in questa ricerca del tempo perduto ci ha creduto febbrilmente. Non importa che il sogno irraggiungibile fosse una donna che non aveva mai potuto avere. Alla fine impariamo così tanto a voler bene a un uomo che ha fatto della sua vita una farsa nel nome di un ideale, che il suo cammino nel suo personale "Sunset Boulevard", per quanto tragico sia, ci trova partecipi, solidali e commossi come il narratore. Ed è solo perché Gatsby potremmo esserlo tutti, ma forse non così terribilmente grandi nella perseveranza di volere a tutti i costi che i nostri sogni più improbabili si realizzino. Volete una prova del fatto che è un libro che alla fine ci riguarda tutti? Ve la do volentieri. Da adolescente ci avevo azzeccato su una cosa. Magari mi sfuggiva la lezione di vita ma in quanto a sensazioni, quelle non sono cambiate. Mi ricordo perfettamente che leggendo il libro mi veniva sempre in mente una canzone della Vanoni che a un certo punto fa così: "Ecco la musica è finita gli amici se ne vanno e tu mi lasci sola più di prima un minuto è lungo da morire.... " Anche adesso rileggendolo mi viene sempre in mente quel motivetto là. Chi non ha mai provato questa sensazione alla fine di una festa alzi la mano. Bene, allora dovete leggere "Il grande Gatsby" perché è il racconto di quell'esatto istante in cui la musica finisce, l'ultimo amico se ne va chiudendosi la porta dietro, e noi ci ritroviamo seduti su una sedia o sui gradini delle scale, a fare un resoconto che va ben oltre la serata appena trascorsa, e sconfina nei nostri sogni di una vita. Intanto nella vita reale: decido che mia mamma forse ha ragione, le piante sono più contente quando ci parli. Resta solo da capire se posso parlare con loro di qualsiasi cosa o debba astenermi dal fare discorsi scomodi , tipo la potatura, la decorticazione, lo sfogliamento ecc.. Dovrò informarmi. :)

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Editore: Newton Compton

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 175

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8854124478

ISBN-13: 9788854124479

Data di pubblicazione: 2011

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Il grande Gatsby

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«Nelle notti estive, dalla casa del mio vicino si sentiva della musica. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene tra i mormorii, lo champagne e le stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio osservavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia bollente della sua spiaggia mentre i suoi due motoscafi solcavano le acque dello Stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di schiuma.»

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Noce Moscata

Quando ho letto per la prima volta questo libro, ero al liceo. Mi ricordo che mi era piaciuto tantissimo e che mi aveva lasciato addosso una gran malinconia. Ma all'epoca non avrei saputo dire qual era l'origine di tanta malinconia. In effetti non potevo saperlo. Per il semplice fatto che ero troppo giovane, e ancora non avevo alle spalle un passato significativo. Non potevo dunque immaginare che chiunque, superata una certa età vorrebbe rispecchiarsi nelle proprie illusioni, oppure allargare tanto le braccia da poter abbracciare il futuro e farne una leva per ritornare verso il passato. Per riavere certe occasioni intatte, pure e piene di possibilità come se fossero ancora da scartare. Gatsby è un grande. Perché in questa ricerca del tempo perduto ci ha creduto febbrilmente. Non importa che il sogno irraggiungibile fosse una donna che non aveva mai potuto avere. Alla fine impariamo così tanto a voler bene a un uomo che ha fatto della sua vita una farsa nel nome di un ideale, che il suo cammino nel suo personale "Sunset Boulevard", per quanto tragico sia, ci trova partecipi, solidali e commossi come il narratore. Ed è solo perché Gatsby potremmo esserlo tutti, ma forse non così terribilmente grandi nella perseveranza di volere a tutti i costi che i nostri sogni più improbabili si realizzino. Volete una prova del fatto che è un libro che alla fine ci riguarda tutti? Ve la do volentieri. Da adolescente ci avevo azzeccato su una cosa. Magari mi sfuggiva la lezione di vita ma in quanto a sensazioni, quelle non sono cambiate. Mi ricordo perfettamente che leggendo il libro mi veniva sempre in mente una canzone della Vanoni che a un certo punto fa così: "Ecco la musica è finita gli amici se ne vanno e tu mi lasci sola più di prima un minuto è lungo da morire.... " Anche adesso rileggendolo mi viene sempre in mente quel motivetto là. Chi non ha mai provato questa sensazione alla fine di una festa alzi la mano. Bene, allora dovete leggere "Il grande Gatsby" perché è il racconto di quell'esatto istante in cui la musica finisce, l'ultimo amico se ne va chiudendosi la porta dietro, e noi ci ritroviamo seduti su una sedia o sui gradini delle scale, a fare un resoconto che va ben oltre la serata appena trascorsa, e sconfina nei nostri sogni di una vita. Intanto nella vita reale: decido che mia mamma forse ha ragione, le piante sono più contente quando ci parli. Resta solo da capire se posso parlare con loro di qualsiasi cosa o debba astenermi dal fare discorsi scomodi , tipo la potatura, la decorticazione, lo sfogliamento ecc.. Dovrò informarmi. :)

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