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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Mitch Albom

I miei martedì col professore

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 10-03-2015 da Martocchia
Aggiornato il 10-03-2015 da Martocchia
Disponibile in 4 librerie
Inserito il 10-03-2015 da Martocchia
Aggiornato il 10-03-2015 da Martocchia
Disponibile in 4 librerie

Nel 1995 l'autore, un giovane giornalista cinico e rampante, vede intervistato in TV un suo vecchio professore, che ha avuto una notevole influenza sulla sua vita. Decide allora di andare a trovare l'anziano professore, ormai gravemente malato. Per quattordici settimane, ogni martedì, tornano a incontrarsi e a parlarsi. Nei loro incontri settimanali discutono della famiglia, del perdono, della vecchiaia, della morte, ma soprattutto dell'amore.

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Martocchia

"In questo Paese subiamo una specie di lavaggio del cervello perpetuo", sospirò Morrie. "Sai come fanno a lavare il cervello alla gente? Ti ripetono qualcosa in continuazione. Qui da noi facciamo così. Possedere delle cose è bello. Avere più denaro è bello. Avere più proprietà è bello. Più affarismo è bello. Più è bello. Più è bello. Noi lo ripetiamo - e ce lo ripetono - ancora e ancora fino a quando nessuno si preoccupa più neanche di pensare in modo diverso. Il cittadino comune è talmente confuso da tutto questo da non avere più la minima capacità di discernere ciò che è davvero importante.
"Dovunque sia stato nella mia vita ho conosciuto persone che volevano arraffare qualcosa di nuovo. Una macchina nuova. Una nuova casa. L'ultimissimo tipo di giocattolo. E poi volevano parlartene. 'Indovina che cos'ho? Indovina che cos'ho?'
"Sai come ho sempre interpretato questo fenomeno? Si trattava di persone così affamate d'affetto che si accontentavano di sostituti. Accettavano beni materiali e si aspettavano qualcosa in cambio. Ma non funziona mai così. Non si possono sostituire amore, gentilezza, tenerezza o amicizia con cose materiali."
[...] 
"Devi essere onesto con te stesso. Non hai bisogno della spider ultimo modello proprio come non hai bisogno di una casa più grande. La verità è che non ricavi soddisfazione da quelle cose. Sai che cosa ti gratifica veramente?"
Che cosa?
"Offrire agli altri quello che hai da dare."
Sembri un boy scout.
"Non parlo di denaro, Mitch. Mi riferisco al tuo tempo. Al tuo interesse. Alle storie che mi racconti. Non è così difficile."



La sindrome di Braccialetti Rossi (ebbene sì, sono una vittima :) ) mi ha portato, nell'arco di breve tempo, a leggere uno dopo l'altro tre libri dal tema pressoché identico, ossia la vita oltre la malattia. 
La vita che combatte la malattia.
Prima Brizzi, poi Espinosa, ora Albom.
In questo caso però, chi scrive non è il malato in prima persona, bensì chi gli sta vicino, ossia lo stesso Mitch Albom.
Mitch che al college aveva seguito le lezioni del professor Morrie Schwartz, per poi però, dopo averlo salutato durante la cerimonia del diploma, farlo diventare un semplice ricordo. E' solo quando lo rivede in tv, dopo anni, che gli scatta qualcosa dentro: nonostante sia gravemente malato, Morrie emana infatti una forza ammirabile e fa sì che Mitch, diventato ormai uno dei tanti uomini dediti solo ed esclusivamente alla carriera, ne resti ammaliato. 

continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2015/04/mitch-albom-i-miei-martedi-col.html

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Editore: Rizzoli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 198

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8817251844

ISBN-13: 9788817251846

Data di pubblicazione: 2000

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Mitch Albom

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Nel 1995 l'autore, un giovane giornalista cinico e rampante, vede intervistato in TV un suo vecchio professore, che ha avuto una notevole influenza sulla sua vita. Decide allora di andare a trovare l'anziano professore, ormai gravemente malato. Per quattordici settimane, ogni martedì, tornano a incontrarsi e a parlarsi. Nei loro incontri settimanali discutono della famiglia, del perdono, della vecchiaia, della morte, ma soprattutto dell'amore.

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"In questo Paese subiamo una specie di lavaggio del cervello perpetuo", sospirò Morrie. "Sai come fanno a lavare il cervello alla gente? Ti ripetono qualcosa in continuazione. Qui da noi facciamo così. Possedere delle cose è bello. Avere più denaro è bello. Avere più proprietà è bello. Più affarismo è bello. Più è bello. Più è bello. Noi lo ripetiamo - e ce lo ripetono - ancora e ancora fino a quando nessuno si preoccupa più neanche di pensare in modo diverso. Il cittadino comune è talmente confuso da tutto questo da non avere più la minima capacità di discernere ciò che è davvero importante.
"Dovunque sia stato nella mia vita ho conosciuto persone che volevano arraffare qualcosa di nuovo. Una macchina nuova. Una nuova casa. L'ultimissimo tipo di giocattolo. E poi volevano parlartene. 'Indovina che cos'ho? Indovina che cos'ho?'
"Sai come ho sempre interpretato questo fenomeno? Si trattava di persone così affamate d'affetto che si accontentavano di sostituti. Accettavano beni materiali e si aspettavano qualcosa in cambio. Ma non funziona mai così. Non si possono sostituire amore, gentilezza, tenerezza o amicizia con cose materiali."
[...] 
"Devi essere onesto con te stesso. Non hai bisogno della spider ultimo modello proprio come non hai bisogno di una casa più grande. La verità è che non ricavi soddisfazione da quelle cose. Sai che cosa ti gratifica veramente?"
Che cosa?
"Offrire agli altri quello che hai da dare."
Sembri un boy scout.
"Non parlo di denaro, Mitch. Mi riferisco al tuo tempo. Al tuo interesse. Alle storie che mi racconti. Non è così difficile."



La sindrome di Braccialetti Rossi (ebbene sì, sono una vittima :) ) mi ha portato, nell'arco di breve tempo, a leggere uno dopo l'altro tre libri dal tema pressoché identico, ossia la vita oltre la malattia. 
La vita che combatte la malattia.
Prima Brizzi, poi Espinosa, ora Albom.
In questo caso però, chi scrive non è il malato in prima persona, bensì chi gli sta vicino, ossia lo stesso Mitch Albom.
Mitch che al college aveva seguito le lezioni del professor Morrie Schwartz, per poi però, dopo averlo salutato durante la cerimonia del diploma, farlo diventare un semplice ricordo. E' solo quando lo rivede in tv, dopo anni, che gli scatta qualcosa dentro: nonostante sia gravemente malato, Morrie emana infatti una forza ammirabile e fa sì che Mitch, diventato ormai uno dei tanti uomini dediti solo ed esclusivamente alla carriera, ne resti ammaliato. 

continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2015/04/mitch-albom-i-miei-martedi-col.html

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