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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Maria Giacobbe

Gli arcipelaghi

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 20-10-2013 da giovanni
Aggiornato il 24-06-2022 da Akribia
Disponibile in 12 librerie
Inserito il 20-10-2013 da giovanni
Aggiornato il 24-06-2022 da Akribia
Disponibile in 12 librerie

Scrivere un libro è anche una scommessa d´autore. Con Gli arcipelaghi - che seguono a un cinquantennio di intenso lavoro narrativo - Maria Giacobbe ha vinto quella di costruire una storia di bruciante novità ma con sorprendenti sentori d´antico. Un risultato che riflette una realtà sociale - quella narrata - al guado fra vecchi e nuovi codici culturali. Ma una scommessa richiede sempre una certa dose di coraggio. Ad essere coraggiosi, qui, sono la scrittura e la costruzione del romanzo. I personaggi raccontano e si raccontano, a volte con un velo di oralità, attraverso la partitura dei capitoli, in cui il narratore innesta i suoi corsivi improntati a un autentico lirismo. Ci parlano questi personaggi dal biancore delle pareti di un asettico ambulatorio medico, dal chiaroscuro della luce crepitante di un camino, dal buio di notti campestri, dal nero di una piovosa serata squarciato per un attimo dalla fiammata di uno sparo. E si fanno ascoltare gli attori della storia, e per la loro voce l´autrice ci dona ancora un altro raro ritratto morale di una società dove si perpetuano violenza e vendetta, dove l´adolescenza può infrangersi nel rispetto di principi atavici o cessare, tragicamente, di pulsare.

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Recensioni

o frisco mourisco

Romanzo a più voci, che si dipanano e si collegano nel raccontare lo stesso "fatto".
"Fatto" che è abigeato e omicidio: ma è dall'omicidio e dalla morte che nasce tutta la storia, e che dà a questa la forza ed il potere di spostarsi dal paese e interessare comunità vicine, in crescendo.
"Il codice della vendetta barbaricina", descritto da Antonio Pigliaru, emerge lineare e si sviluppa senza sorprese nel libro, anche con i proverbi che spuntano in qualche pagina, così come la "pièce teatrale" recitata spudoratamente in tribunale, a fine racconto: ogni luogo ha le sue regole, che non partono da altissimi ideali civili laici o religiosi, ma dagli stessi uomini che li hanno creati, e come gli uomini possono essere giusti o sbagliati.
Tutti partecipano alla stessa storia, ma con regole diverse e guidati da differenti codici antitetici, e benché desiderosi dello stesso finale, lo leggeranno in maniera molto diversa, dando ben poca universalità al gesto dell'assoluzione.

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Editore: Il Maestrale

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 250

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8886109563

ISBN-13: 9788886109567

Data di pubblicazione: 2001

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Scrivere un libro è anche una scommessa d´autore. Con Gli arcipelaghi - che seguono a un cinquantennio di intenso lavoro narrativo - Maria Giacobbe ha vinto quella di costruire una storia di bruciante novità ma con sorprendenti sentori d´antico. Un risultato che riflette una realtà sociale - quella narrata - al guado fra vecchi e nuovi codici culturali. Ma una scommessa richiede sempre una certa dose di coraggio. Ad essere coraggiosi, qui, sono la scrittura e la costruzione del romanzo. I personaggi raccontano e si raccontano, a volte con un velo di oralità, attraverso la partitura dei capitoli, in cui il narratore innesta i suoi corsivi improntati a un autentico lirismo. Ci parlano questi personaggi dal biancore delle pareti di un asettico ambulatorio medico, dal chiaroscuro della luce crepitante di un camino, dal buio di notti campestri, dal nero di una piovosa serata squarciato per un attimo dalla fiammata di uno sparo. E si fanno ascoltare gli attori della storia, e per la loro voce l´autrice ci dona ancora un altro raro ritratto morale di una società dove si perpetuano violenza e vendetta, dove l´adolescenza può infrangersi nel rispetto di principi atavici o cessare, tragicamente, di pulsare.

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"Fatto" che è abigeato e omicidio: ma è dall'omicidio e dalla morte che nasce tutta la storia, e che dà a questa la forza ed il potere di spostarsi dal paese e interessare comunità vicine, in crescendo.
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Tutti partecipano alla stessa storia, ma con regole diverse e guidati da differenti codici antitetici, e benché desiderosi dello stesso finale, lo leggeranno in maniera molto diversa, dando ben poca universalità al gesto dell'assoluzione.

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