"Si tratta di un uomo che si è rovinato la vita aggrappandosi alla sua meravigliosa collezione di statuine di Meissen tra gli orrori della seconda guerra mondiale e i primi anni dello stalinismo", riassumeva Chatwin a un amico, mentre stava ancora scrivendo il romanzo. "È rimasto intrappolato, perché non può mai lasciare la collezione che gli ha rovinato la vita." La mania del collezionismo, l'attaccamento morboso alle lucide statuette, che si associano nella mente di Utz ad un mondo ormai irreversibilmente perduto, gli permettono tuttavia di rivivere, quantomeno nella sua immaginazione, nello splendore di una corte neo-classica, ergendosi contro la barbarie culturale di due regimi, quello nazista e quello sovietico, a cui il vero Utz deve sopravvivere e a cui è miseramente sottoposto.
Utz è stato scritto da Bruce Chatwin un anno prima di morire. (Wikipedia)