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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Harry Bernstein

Il muro invisibile

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 3 librerie

Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale del nord dell'Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro corre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall'altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un'unica realtà, quella della miseria. La Prima guerra mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. Quando Lily, la sorella maggiore di Harry, vince con il massimo dei voti una borsa di studio per la Grammar School, il padre si oppone e la trascina con sé alle manifatture. Ma alla fine della guerra l'amore segreto per Arthur, un ragazzo cristiano, darà a Lily la forza di ribellarsi e di sfuggire, con la complicità di Harry, a un destino segnato. Solo il figlio nato da questa unione negata sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce.

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o frisco mourisco

Tempo fa lessi un saggio - di cui non ricordo né la fonte né il nome, per cui potrei teoricamente anche essermelo inventato - che vedeva l'intolleranza reciproca tra diversi gruppi (etnici, religiosi, etc.) laddove questi creavano l'isolamento, il rintanamento, alla ricerca di una comunità autosufficiente, "autarchica".

Prendendo un attimo ad esempio quella belva abominevole che è la guerra in Jugoslavia, il concetto viene reso da Mostar e dal suo ponte: l'idea del ponte unisce ciò che è separato, crea delle comunicazioni e degli scambi, è simbolo di convivenza, ma ha in sé il tallone d'Achille della distruzione tra gli uomini, perché unisce ciò che è separato, unisce ciò che non è unito.

La storia del Novecento ci ha lasciato in eredità due guerre mondiali, colonialismi, l'orrore della Sho'ah, eppure siamo riusciti comunque a minare in buona parte quell'incredibile ponte naturale che risponde al nome di Mediterraneo.
Il tessuto urbano, le relazioni interpersonali e familiari, le abitudini, i meccanismi della vita di ogni giorno, le tradizioni religiose e non, sono parti di quel "linguaggio vivente" che occorre indagare ed utilizzare per capire la storia e i suoi rapporti: non solo della vita del pensiero, ma anche della vita di ogni giorno ci si deve impegnare a capire il significato, le differenze, le pulsioni tra apertura verso gli altri e ripiegamento in se stessi.

E questo vale anche all'interno della medesima comunità e infatti, pur sullo stesso lato della strada, il vecchio rabbino e Arthur sono persone profondamente diverse, ma comunicanti, costrette a esprimersi con un linguaggio uguale per farsi capire dagli altri.
Entrambi brameranno il suono dello shofar, ed entrambi falliranno: il vecchio rabbino alla ricerca di un proprio personale Rosh haShanah, inizio dell'anno, dopo la scomparsa del figlio; Arthur invece per distruggere il muro invisibile, inutile e doloroso, che paragona nella sua rovina a quello di Gerico.

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Editore: piemme

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 329

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8838476470

ISBN-13: 9788838476471

Data di pubblicazione: 2007

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Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale del nord dell'Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro corre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall'altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un'unica realtà, quella della miseria. La Prima guerra mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. Quando Lily, la sorella maggiore di Harry, vince con il massimo dei voti una borsa di studio per la Grammar School, il padre si oppone e la trascina con sé alle manifatture. Ma alla fine della guerra l'amore segreto per Arthur, un ragazzo cristiano, darà a Lily la forza di ribellarsi e di sfuggire, con la complicità di Harry, a un destino segnato. Solo il figlio nato da questa unione negata sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce.

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Tempo fa lessi un saggio - di cui non ricordo né la fonte né il nome, per cui potrei teoricamente anche essermelo inventato - che vedeva l'intolleranza reciproca tra diversi gruppi (etnici, religiosi, etc.) laddove questi creavano l'isolamento, il rintanamento, alla ricerca di una comunità autosufficiente, "autarchica".

Prendendo un attimo ad esempio quella belva abominevole che è la guerra in Jugoslavia, il concetto viene reso da Mostar e dal suo ponte: l'idea del ponte unisce ciò che è separato, crea delle comunicazioni e degli scambi, è simbolo di convivenza, ma ha in sé il tallone d'Achille della distruzione tra gli uomini, perché unisce ciò che è separato, unisce ciò che non è unito.

La storia del Novecento ci ha lasciato in eredità due guerre mondiali, colonialismi, l'orrore della Sho'ah, eppure siamo riusciti comunque a minare in buona parte quell'incredibile ponte naturale che risponde al nome di Mediterraneo.
Il tessuto urbano, le relazioni interpersonali e familiari, le abitudini, i meccanismi della vita di ogni giorno, le tradizioni religiose e non, sono parti di quel "linguaggio vivente" che occorre indagare ed utilizzare per capire la storia e i suoi rapporti: non solo della vita del pensiero, ma anche della vita di ogni giorno ci si deve impegnare a capire il significato, le differenze, le pulsioni tra apertura verso gli altri e ripiegamento in se stessi.

E questo vale anche all'interno della medesima comunità e infatti, pur sullo stesso lato della strada, il vecchio rabbino e Arthur sono persone profondamente diverse, ma comunicanti, costrette a esprimersi con un linguaggio uguale per farsi capire dagli altri.
Entrambi brameranno il suono dello shofar, ed entrambi falliranno: il vecchio rabbino alla ricerca di un proprio personale Rosh haShanah, inizio dell'anno, dopo la scomparsa del figlio; Arthur invece per distruggere il muro invisibile, inutile e doloroso, che paragona nella sua rovina a quello di Gerico.

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