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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Sibilla Aleramo

Una donna

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 09-03-2015 da Pia
Aggiornato il 09-03-2015 da Pia
Disponibile in 7 librerie
Inserito il 09-03-2015 da Pia
Aggiornato il 09-03-2015 da Pia
Disponibile in 7 librerie

Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore. Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri femministi apparsi da noi. Lo riproponiamo certi che questa narrazione autobiografica rimanga una testimonianza esemplare e attualissima sulla condizione femminile.

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Recensioni

ElisaL

Questo libro non è solo un'autobiografia. L'autrice fa in modo che venga spogliato di ogni riferimento diretto alla propria vita: è il regno dell'indeterminatezza, i personaggi non hanno nome, solo definizioni archetipiche (il profeta, la vecchia signora, mio marito, mio padre), lo stesso titolo è dominato dall'indeterminativo "una". Sibilla voleva rompere con esso la catena del servaggio che l'aveva avviluppata, voleva innalzare la propria esperienza a esempio per le donne, senza tuttavia mettersi al centro di sensazionalismi egoistici. "Una donna" è la storia di un risveglio, di una marcia verso l'armonia della società, profondamente infelice e schiacciata dal peso dell'inutile morale. Uomini e donne si dibattono nell'infelicità più nera, girano in tondo come asini costretti da un giogo. Il femminismo non è un vantaggio per la sola donna, ma per l'intera società. Sibilla aveva capito del femminismo molto più di molte accanite femministe moderne. Dovrebbero farlo leggere nelle scuole, ne sono convinta.

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 220

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807810360

ISBN-13: 9788807810367

Data di pubblicazione: 2003

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Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore. Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri femministi apparsi da noi. Lo riproponiamo certi che questa narrazione autobiografica rimanga una testimonianza esemplare e attualissima sulla condizione femminile.

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ElisaL

Questo libro non è solo un'autobiografia. L'autrice fa in modo che venga spogliato di ogni riferimento diretto alla propria vita: è il regno dell'indeterminatezza, i personaggi non hanno nome, solo definizioni archetipiche (il profeta, la vecchia signora, mio marito, mio padre), lo stesso titolo è dominato dall'indeterminativo "una". Sibilla voleva rompere con esso la catena del servaggio che l'aveva avviluppata, voleva innalzare la propria esperienza a esempio per le donne, senza tuttavia mettersi al centro di sensazionalismi egoistici. "Una donna" è la storia di un risveglio, di una marcia verso l'armonia della società, profondamente infelice e schiacciata dal peso dell'inutile morale. Uomini e donne si dibattono nell'infelicità più nera, girano in tondo come asini costretti da un giogo. Il femminismo non è un vantaggio per la sola donna, ma per l'intera società. Sibilla aveva capito del femminismo molto più di molte accanite femministe moderne. Dovrebbero farlo leggere nelle scuole, ne sono convinta.

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