«Non potevo fare a meno di pensare, Dio mio, questi postini, non fanno altro che infilare le loro lettere nelle cassette e scopare. Questo è il lavoro che fa per me, oh, sì sì sì.» Il paradiso sognato da Henry Chinaski, appena assunto nell’amministrazione postale americana, viene brutalmente corretto dalla dura realtà dei sobborghi di Los Angeles, dove si muove un’umanità degradata, carica di rabbia. Tuttavia Chinaski non si lascia travolgere dalla squallida monotonia routinaria né schiacciare dalla rigidità burocratica dei regolamenti, anzi, intensifica il ritmo sincopato della sua vita allo sbando con colossali bevute. E così scorrono le istantanee, sfocate e mosse, di donne, dalla calda e accogliente Betty all’insaziabile texana Joyce, sposata quasi per caso, a Fay, contestatrice hippy che darà a Henry una figlia per poi sparire con lei in una remota comunità.
E mentre sullo sfondo si accendono i bagliori di una imprecisata rivolta nei sobborghi neri della città, Henry passa attraverso la trafila di ammonizioni e procedimenti disciplinari per ubriachezza molesta fino all’inevitabile licenziamento, coronato da una sbornia liberatoria. «La mattina dopo era mattina e io ero ancora vivo. Forse sciverò un romanzo, pensai. E lo scrissi.»