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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Silvia Avallone

Marina Bellezza

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 04-06-2018 da KaraLettura
Aggiornato il 04-06-2018 da KaraLettura
Disponibile in 4 librerie
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Aggiornato il 04-06-2018 da KaraLettura
Disponibile in 4 librerie

Marina ha vent’anni e una bellezza assoluta. È cresciuta inseguendo l’affetto di suo padre, perduto sulla strada dei casinò e delle belle donne, e di una madre troppo fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento, che significa lasciare la Valle Cervo, andare in città e prendersi la fama, il denaro, avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere subito e con ostinazione. La stessa di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e vive all’ombra del fratello emigrato in America, ma ha un progetto folle e coraggioso in cui nessuno vuole credere, neppure suo padre, il granitico ex sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole essere per sempre. Marina ha la voce di una dea, canta e balla nei centri commerciali trasformandoli in discoteche, si muove davanti alle telecamere con destrezza animale. Andrea sceglie invece di lavorare con le mani, di vivere secondo i ritmi antichi delle stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla. Se con Acciaio Silvia Avallone aveva anticipato la fine di un benessere che credevamo inesauribile, con questo romanzo ci dice che il destino non è già segnato e la vera rivoluzione sta nel rimanere, nel riappropriarci della nostra terra pezzo per pezzo, senza mai arretrare, perché anche se scalzi, furiosi e affamati, è certo che ce la faremo. Le regole del gioco sono cambiate quando i padri hanno divorato il futuro dei figli. Da oggi siamo tutti figli. Siamo tutti luci al neon e campi da arare. Siamo tutti Marina Bellezza.

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Martocchia

“Andrea la guardava sconvolto, con il cuore che gli moriva nel petto. Perché se avesse potuto, se solo ne avesse avuto il potere, non avrebbe mai permesso che a Marina, proprio a lei, succedesse una cosa del genere.
“Non l'ho mai detto a nessuno. Stavo talmente male che mi sarei uccisa e ci ho pure pensato. Però provavo anche una specie di euforia a sentirmi in quel modo: che potevo fare qualunque cosa, e nessuno mi avrebbe fermato. Forse è per questo che mando sempre tutto a puttane. Perché sono capace di farlo” disse, fissandolo con una fiamma di orgoglio nello sguardo, “perché non ho paura di perdere la terra sotto i piedi, perché tanto nessuno mi risarcirà mai per quello che ho passato. Io sono sopravvissuta” sorrise. “So cos'è la libertà. E tu è di questo che hai paura, Andrea.” I suoi occhi erano diventati neri. “Di essere libero e di non essere risarcito.”
Andrea abbassò lo sguardo.
Durante il silenzio che seguì, non ebbe neppure il coraggio di sfiorarla.
Marina si alzò in piedi e s'incamminò verso il sentiero. Lui la seguì. Insieme risalirono i gradini scavati nella roccia. Andrea rimase indietro. Cercava un modo di riempire quel vuoto. Ma non ci riusciva. Allora restò a guardare per qualche minuto il canyon dove indiani e coloni si erano massacrati per anni. I falchi continuavano a roteare in larghi cerchi, come mute sentinelle. Quando raggiunse il parcheggio, vide che lei lo aspettava tranquilla, facendo stretching contro il cofano della macchina.”



Avallone, ma che mi combini?
Proprio lì, sul finale..perché ti sei persa così?
E io che ero già pronta a tessere le tue lodi, a dire: "Ma guarda che brava questa ragazza, che supera a pieni voti anche la sua seconda prova letteraria..." e invece zaaac!, la mazzata del finale.
Detto questo, però, non ho altro di cui lamentarmi (ok, magari altre due o tre cosette)...

continua qui: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2014/01/silvia-avallone-marina-bellezza.html

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Editore: Rizzoli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 528

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8817069752

ISBN-13: 9788817069755

Data di pubblicazione: 2013

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Marina ha vent’anni e una bellezza assoluta. È cresciuta inseguendo l’affetto di suo padre, perduto sulla strada dei casinò e delle belle donne, e di una madre troppo fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento, che significa lasciare la Valle Cervo, andare in città e prendersi la fama, il denaro, avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere subito e con ostinazione. La stessa di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e vive all’ombra del fratello emigrato in America, ma ha un progetto folle e coraggioso in cui nessuno vuole credere, neppure suo padre, il granitico ex sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole essere per sempre. Marina ha la voce di una dea, canta e balla nei centri commerciali trasformandoli in discoteche, si muove davanti alle telecamere con destrezza animale. Andrea sceglie invece di lavorare con le mani, di vivere secondo i ritmi antichi delle stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla. Se con Acciaio Silvia Avallone aveva anticipato la fine di un benessere che credevamo inesauribile, con questo romanzo ci dice che il destino non è già segnato e la vera rivoluzione sta nel rimanere, nel riappropriarci della nostra terra pezzo per pezzo, senza mai arretrare, perché anche se scalzi, furiosi e affamati, è certo che ce la faremo. Le regole del gioco sono cambiate quando i padri hanno divorato il futuro dei figli. Da oggi siamo tutti figli. Siamo tutti luci al neon e campi da arare. Siamo tutti Marina Bellezza.

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“Andrea la guardava sconvolto, con il cuore che gli moriva nel petto. Perché se avesse potuto, se solo ne avesse avuto il potere, non avrebbe mai permesso che a Marina, proprio a lei, succedesse una cosa del genere.
“Non l'ho mai detto a nessuno. Stavo talmente male che mi sarei uccisa e ci ho pure pensato. Però provavo anche una specie di euforia a sentirmi in quel modo: che potevo fare qualunque cosa, e nessuno mi avrebbe fermato. Forse è per questo che mando sempre tutto a puttane. Perché sono capace di farlo” disse, fissandolo con una fiamma di orgoglio nello sguardo, “perché non ho paura di perdere la terra sotto i piedi, perché tanto nessuno mi risarcirà mai per quello che ho passato. Io sono sopravvissuta” sorrise. “So cos'è la libertà. E tu è di questo che hai paura, Andrea.” I suoi occhi erano diventati neri. “Di essere libero e di non essere risarcito.”
Andrea abbassò lo sguardo.
Durante il silenzio che seguì, non ebbe neppure il coraggio di sfiorarla.
Marina si alzò in piedi e s'incamminò verso il sentiero. Lui la seguì. Insieme risalirono i gradini scavati nella roccia. Andrea rimase indietro. Cercava un modo di riempire quel vuoto. Ma non ci riusciva. Allora restò a guardare per qualche minuto il canyon dove indiani e coloni si erano massacrati per anni. I falchi continuavano a roteare in larghi cerchi, come mute sentinelle. Quando raggiunse il parcheggio, vide che lei lo aspettava tranquilla, facendo stretching contro il cofano della macchina.”



Avallone, ma che mi combini?
Proprio lì, sul finale..perché ti sei persa così?
E io che ero già pronta a tessere le tue lodi, a dire: "Ma guarda che brava questa ragazza, che supera a pieni voti anche la sua seconda prova letteraria..." e invece zaaac!, la mazzata del finale.
Detto questo, però, non ho altro di cui lamentarmi (ok, magari altre due o tre cosette)...

continua qui: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2014/01/silvia-avallone-marina-bellezza.html

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