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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Henrik Ibsen

Rosmersholm

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 04-02-2015 da Maria Agostina
Aggiornato il 04-02-2015 da Maria Agostina
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 04-02-2015 da Maria Agostina
Aggiornato il 04-02-2015 da Maria Agostina
Disponibile in 1 libreria

Rosmersholm è un dramma sconvolgente dall'inizio alla fine, e con un terribile crescendo di tragicità, di una tragicità che tocca i problemi più profondi della natura umana, che mostra la distanza tra ciò che l'uomo vuole e ciò che può. Mostra con una metafora l'indistruttibile capacità di felicità dell'uomo, quella capacità che quando ogni scopo cessa di esistere, ogni aspirazione, ogni speranza, che perfino allora gioisce ancora di ogni minima cosa che le si offre, del lombrico che ha trovato quando è uscita a dissotterar tesori. Rebekka vuol fare dell'uomo che ama una creatura nobile ed è felice quando lui la segue sulla passarella. Muore contenta, felice, muore nell'illusione di aver raggiunto il suo scopo; una conclusione senza dubbio adatta a far riflettere. Ma c'è proprio da chiedersi se questo riflettere induca a una commozione profonda per la debolezza umana o non piuttosto a un calmo sorriso. Ibsen ha molte affinità con Cervantes, con questo immortale creatore di un essere nobile.

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Recensioni

Maria Agostina

Diceva il conte Bompiani: «l'editore fa arrivare il discorso letterario alla società».
Einaudi, in Collezione di teatro, fa arrivare l'universale umano, raccontato con somma arte da Ibsen (G. Groddeck, cit.), al lettore che si inabissa coi protagonisti nell'animo umano speculando romanticamente (e tragicamente) sul senso della vita. Un Ibsen la cui grandezza drammatica è esaltata da un'edizione a parer mio superlativa,  grazie all'introduzione magistrale di Groddeck e alla scelta della foto in copertina di una meravigliosa Duse-Rebekka. Non si sa se è più bello il libro o l'edizione.
Un immancabile capolavoro da tasca comunque.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 91

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806117076

ISBN-13: 9788806117078

Data di pubblicazione: 1990

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Rosmersholm è un dramma sconvolgente dall'inizio alla fine, e con un terribile crescendo di tragicità, di una tragicità che tocca i problemi più profondi della natura umana, che mostra la distanza tra ciò che l'uomo vuole e ciò che può. Mostra con una metafora l'indistruttibile capacità di felicità dell'uomo, quella capacità che quando ogni scopo cessa di esistere, ogni aspirazione, ogni speranza, che perfino allora gioisce ancora di ogni minima cosa che le si offre, del lombrico che ha trovato quando è uscita a dissotterar tesori. Rebekka vuol fare dell'uomo che ama una creatura nobile ed è felice quando lui la segue sulla passarella. Muore contenta, felice, muore nell'illusione di aver raggiunto il suo scopo; una conclusione senza dubbio adatta a far riflettere. Ma c'è proprio da chiedersi se questo riflettere induca a una commozione profonda per la debolezza umana o non piuttosto a un calmo sorriso. Ibsen ha molte affinità con Cervantes, con questo immortale creatore di un essere nobile.

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Diceva il conte Bompiani: «l'editore fa arrivare il discorso letterario alla società».
Einaudi, in Collezione di teatro, fa arrivare l'universale umano, raccontato con somma arte da Ibsen (G. Groddeck, cit.), al lettore che si inabissa coi protagonisti nell'animo umano speculando romanticamente (e tragicamente) sul senso della vita. Un Ibsen la cui grandezza drammatica è esaltata da un'edizione a parer mio superlativa,  grazie all'introduzione magistrale di Groddeck e alla scelta della foto in copertina di una meravigliosa Duse-Rebekka. Non si sa se è più bello il libro o l'edizione.
Un immancabile capolavoro da tasca comunque.

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