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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


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Michela L.


Huckelberry Finn
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Giuseppe Genna

Hitler

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 06-05-2015 da licia_t
Aggiornato il 06-05-2015 da licia_t
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 06-05-2015 da licia_t
Aggiornato il 06-05-2015 da licia_t
Disponibile in 1 libreria

Chi è lui? Chi lo ha generato davvero? Suo padre Alois Hitler, funzionario di dogana austriaco, se lo chiederà sempre. E senza risposta, perché nemmeno sul letto di morte la madre gli svelerà il segreto della sua nascita di illegittimo. E lo stesso ci chiediamo noi di Adolf Hitler: chi è? Chi lo ha generato? Da dove viene il lupo Fenrir che, nelle mitologie nordiche, a un certo punto del Tempo spezzerà la catena per irrompere schiumando di rabbia e annunciare la fine del mondo? Questo noi ci domandiamo, consapevoli che, se si comincia a spiegare, a rispondere alla domanda "perché?", si finisce per correre il rischio di giustificare. Il romanzo di Genna connette i fatti più risaputi con elementi poco noti. Dal labirinto familiare da cui fuoriesce il piccolo Hitler, con deliri di grandezza e improvvise abulie, all'esperienza limite dell'umanità disfatta nel gorgo di Männerheim, l'ostello per poveri e criminali dove passa anni da nullafacente; l'esposizione al fuoco e ai gas della Prima guerra mondiale al ricovero in ospedale; dal rapporto incestuoso con la nipote Geli Raubal al comporsi dell'abominevole, grottesca corte dei suoi scherani.

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Recensioni

licia_t

Un libro che mi è piaciuto moltissimo. Epico, vibrante, partecipato.
Però mi ha stimolato anche tutta una serie di riflessioni sui suoi intenti e sulla sua filosofia di fondo, che poi probabilmente era lo scopo dell'opera.
Non so, l'Hitler che emerge dal libro è comunque un mistero. Per tutta la parte iniziale, Genna si perita di mostrarcelo come un inetto, preoccupato di non dargli alcuna attenuante, di annullarlo su tutti i piani. Il risultato è che tutto il resto della sua ascesa politica rimane del tutto ingiustificata: se era così idiota, come ha fatto a irretire una nazione intera, un intero mondo?
Credo che il problema sia il solito. È impossibile avere un giudizio davvero storico, imparziale su Hitler, perché quello che ha fatto, l'assoluta incomprensibilità dell'abisso del male che ha compiuto impedisce di prescindere da un giudizio di totale condanna della sua figura. Si finisce per essere così divorati dal desiderio, più volte dichiarato da Genna, di non dare a Hitler alcuna vittoria postuma, dal diventare incapaci di giudicare la sua figura storica. Anche l'idea di mostrarlo come "non persona", come "zero umano" non mi convince: non è tutto sommato una soluzione consolante del problema del male? Hitler non è davvero umano, Hitler è la negazione dell'umano, e così rifiutiamo da accettare che è invece terribilmente, orribilmente umano sterminare scientemente sei milioni di persone. Non dovremmo cercare di capire perché, cosa c'è in noi che dall'oggi al domani ci può trasformare in uno come Hitler?
Ma nonostante tutto ciò, o forse grazie a questo, ripeto, il libro mi ha appassionata, mi ha tenuta incollata alla pagina, e mi è profondamente piaciuto

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Editore: Arnoldo Mondadori Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 626

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804573538

ISBN-13: 9788804573531

Data di pubblicazione: 2008

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Chi è lui? Chi lo ha generato davvero? Suo padre Alois Hitler, funzionario di dogana austriaco, se lo chiederà sempre. E senza risposta, perché nemmeno sul letto di morte la madre gli svelerà il segreto della sua nascita di illegittimo. E lo stesso ci chiediamo noi di Adolf Hitler: chi è? Chi lo ha generato? Da dove viene il lupo Fenrir che, nelle mitologie nordiche, a un certo punto del Tempo spezzerà la catena per irrompere schiumando di rabbia e annunciare la fine del mondo? Questo noi ci domandiamo, consapevoli che, se si comincia a spiegare, a rispondere alla domanda "perché?", si finisce per correre il rischio di giustificare. Il romanzo di Genna connette i fatti più risaputi con elementi poco noti. Dal labirinto familiare da cui fuoriesce il piccolo Hitler, con deliri di grandezza e improvvise abulie, all'esperienza limite dell'umanità disfatta nel gorgo di Männerheim, l'ostello per poveri e criminali dove passa anni da nullafacente; l'esposizione al fuoco e ai gas della Prima guerra mondiale al ricovero in ospedale; dal rapporto incestuoso con la nipote Geli Raubal al comporsi dell'abominevole, grottesca corte dei suoi scherani.

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Un libro che mi è piaciuto moltissimo. Epico, vibrante, partecipato.
Però mi ha stimolato anche tutta una serie di riflessioni sui suoi intenti e sulla sua filosofia di fondo, che poi probabilmente era lo scopo dell'opera.
Non so, l'Hitler che emerge dal libro è comunque un mistero. Per tutta la parte iniziale, Genna si perita di mostrarcelo come un inetto, preoccupato di non dargli alcuna attenuante, di annullarlo su tutti i piani. Il risultato è che tutto il resto della sua ascesa politica rimane del tutto ingiustificata: se era così idiota, come ha fatto a irretire una nazione intera, un intero mondo?
Credo che il problema sia il solito. È impossibile avere un giudizio davvero storico, imparziale su Hitler, perché quello che ha fatto, l'assoluta incomprensibilità dell'abisso del male che ha compiuto impedisce di prescindere da un giudizio di totale condanna della sua figura. Si finisce per essere così divorati dal desiderio, più volte dichiarato da Genna, di non dare a Hitler alcuna vittoria postuma, dal diventare incapaci di giudicare la sua figura storica. Anche l'idea di mostrarlo come "non persona", come "zero umano" non mi convince: non è tutto sommato una soluzione consolante del problema del male? Hitler non è davvero umano, Hitler è la negazione dell'umano, e così rifiutiamo da accettare che è invece terribilmente, orribilmente umano sterminare scientemente sei milioni di persone. Non dovremmo cercare di capire perché, cosa c'è in noi che dall'oggi al domani ci può trasformare in uno come Hitler?
Ma nonostante tutto ciò, o forse grazie a questo, ripeto, il libro mi ha appassionata, mi ha tenuta incollata alla pagina, e mi è profondamente piaciuto

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