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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
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Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
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August Strindberg

Fiabe

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Inserito il 11-05-2015 da gilberte
Aggiornato il 11-05-2015 da gilberte
Disponibile in 1 libreria
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"Leggete le mie semplici fiabe del 1903 e rendetevi conto voi stessi di dove ho fatto il mio apprendistato". Così, in un articolo del 1905, Strindberg ricorda la prima edizione della sua raccolta di fiabe, Sagor, in occasione del centenario della nascita di H.C. Andersen. Questa raccolta, scritta nel 1903 e presentata qui per la prima volta al pubblico italiano, appartiene alla piena maturità artistica di Strindberg e rappresenta l'unica incursione dell'autore in questo genere. "Strindberg riprende il suo gioco segreto di scrittore confessato nel romanzo", come scrive Alda Castagnoli Manghi nella sua Introduzione, "e lo fa con tutta la libertà della fiaba, ma anche con sovrana indipendenza nei riguardi del genere. Non dissimula la realtà sotto il velo della fiaba, ma scompone, ricompone, separa e accosta ricordi, sensazioni, sogni e presentimenti 'come pezzi in una scatola di costruzioni'. (...) Queste fiabe, a distanza di un secolo, conservano in ogni modo la loro efficacia di stile, colpiscono ancora l'immaginazione per la loro ricchezza inventiva e, soprattutto, restano a lungo nella memoria per la suggestione delle immagini visive".

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 132

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880782034X

ISBN-13: 9788807820342

Data di pubblicazione: 1992

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"Leggete le mie semplici fiabe del 1903 e rendetevi conto voi stessi di dove ho fatto il mio apprendistato". Così, in un articolo del 1905, Strindberg ricorda la prima edizione della sua raccolta di fiabe, Sagor, in occasione del centenario della nascita di H.C. Andersen. Questa raccolta, scritta nel 1903 e presentata qui per la prima volta al pubblico italiano, appartiene alla piena maturità artistica di Strindberg e rappresenta l'unica incursione dell'autore in questo genere. "Strindberg riprende il suo gioco segreto di scrittore confessato nel romanzo", come scrive Alda Castagnoli Manghi nella sua Introduzione, "e lo fa con tutta la libertà della fiaba, ma anche con sovrana indipendenza nei riguardi del genere. Non dissimula la realtà sotto il velo della fiaba, ma scompone, ricompone, separa e accosta ricordi, sensazioni, sogni e presentimenti 'come pezzi in una scatola di costruzioni'. (...) Queste fiabe, a distanza di un secolo, conservano in ogni modo la loro efficacia di stile, colpiscono ancora l'immaginazione per la loro ricchezza inventiva e, soprattutto, restano a lungo nella memoria per la suggestione delle immagini visive".

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