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E intanto, mentre non c'eri...

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Huckelberry Finn
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Di cosa parliamo quando parliamo d'amore

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 30-05-2015 da Martocchia
Aggiornato il 30-05-2015 da Martocchia
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 30-05-2015 da Martocchia
Aggiornato il 30-05-2015 da Martocchia
Disponibile in 1 libreria

Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Parliamo di un bicchiere di gin che si rovescia in una stanza dove discutono due coppie stanche. Parliamo di vecchi amici che forse per noia, forse per altro, commettono senza rendersene conto un delitto terribile. Parliamo di pasticceri a cui non hanno ritirato torte di compleanno. Parliamo di gesti che sembrano insignificanti, e invece sono in grado di restituire a ogni vita tutta la grazia nascosta dietro la banalità della cattiveria e della paura. I diciassette racconti che hanno reso Raymond Carver un autore di culto: l'espressione più limpida di una scrittura che con miracolosa semplicità arriva sempre al cuore delle cose.

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Martocchia

"La sera mi preparo il letto sul divano e al mattino mi alzo per prima. Metto su il caffè e preparo la colazione mentre lui si fa la barba.
Si affaccia alla porta della cucina, con un asciugamano sulle spalle nude, per valutare la situazione.
- Ecco il caffè, - dico io. - Le uova sono pronte tra un attimo.
Sveglio Dean e facciamo colazione tutti e tre insieme. Ogni volta che Stuart guarda dalla mia parte, chiedo a Dean se vuole ancora latte, un po' di pane tostato, eccetera.
- Ti chiamo più tardi, -  dice Stuart quando apre la porta per uscire.
Gli dico: -Non credo che sarò a casa, oggi.
- Va bene, - fa lui. - Certo.
Mi vesto con cura. Provo un cappellino e mi guardo allo specchio. Poi scrivo un biglietto per Dean.

Tesoro, la mamma ha delle cose da sbrigare oggi pomeriggio e perciò tornerà a casa un po' più tardi. Tu resta in casa o gioca nel giardino didietro fino a che uno di noi non torna.
Con affetto, Mamma

Fisso la parola affetto e poi la sottolineo. Poi vedo la parola didietro. Si scrive tutto attaccato oppure no?"





Di cosa parliamo quando parliamo d'amore è un domandone.
Ma partiamo dal principio....

...uno che scrive senza paura. Che comincia i racconti esattamente all'inizio della scena che vuole descrivere, e poco gli importa se non c'è un prima né un dopo. 
Uno che mentre scrive si accorge di aver usato un termine che in quella frase non rende come avrebbe voluto, e lo dice al lettore, glielo confessa, senza mettersi alcun problema. E questo lo rende umano, lo fa sentire sì scrittore, ma anche amico, vicino, compagno di sventure.

..continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2015/08/raymond-carver-di-cosa-parliamo-quando.html

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 138

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806197843

ISBN-13: 9788806197841

Data di pubblicazione: 2015

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"La sera mi preparo il letto sul divano e al mattino mi alzo per prima. Metto su il caffè e preparo la colazione mentre lui si fa la barba.
Si affaccia alla porta della cucina, con un asciugamano sulle spalle nude, per valutare la situazione.
- Ecco il caffè, - dico io. - Le uova sono pronte tra un attimo.
Sveglio Dean e facciamo colazione tutti e tre insieme. Ogni volta che Stuart guarda dalla mia parte, chiedo a Dean se vuole ancora latte, un po' di pane tostato, eccetera.
- Ti chiamo più tardi, -  dice Stuart quando apre la porta per uscire.
Gli dico: -Non credo che sarò a casa, oggi.
- Va bene, - fa lui. - Certo.
Mi vesto con cura. Provo un cappellino e mi guardo allo specchio. Poi scrivo un biglietto per Dean.

Tesoro, la mamma ha delle cose da sbrigare oggi pomeriggio e perciò tornerà a casa un po' più tardi. Tu resta in casa o gioca nel giardino didietro fino a che uno di noi non torna.
Con affetto, Mamma

Fisso la parola affetto e poi la sottolineo. Poi vedo la parola didietro. Si scrive tutto attaccato oppure no?"





Di cosa parliamo quando parliamo d'amore è un domandone.
Ma partiamo dal principio....

...uno che scrive senza paura. Che comincia i racconti esattamente all'inizio della scena che vuole descrivere, e poco gli importa se non c'è un prima né un dopo. 
Uno che mentre scrive si accorge di aver usato un termine che in quella frase non rende come avrebbe voluto, e lo dice al lettore, glielo confessa, senza mettersi alcun problema. E questo lo rende umano, lo fa sentire sì scrittore, ma anche amico, vicino, compagno di sventure.

..continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2015/08/raymond-carver-di-cosa-parliamo-quando.html

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