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E intanto, mentre non c'eri...

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Huckelberry Finn
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Salvatore Mannuzzu

Snuff o l'arte di morire

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 13-10-2015 da robi
Aggiornato il 13-10-2015 da robi
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 13-10-2015 da robi
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To snuff in italiano significa «spegnere» e, in termini più crudi, «tirare le cuoia», «morire». E gli snuff movies sono film che, fuori da ogni fiction, documentano la morte: inflitta però fra i tormenti, lentamente, a un essere umano.
Questo romanzo s'intitola Snuff perché racconta la morte: la racconta senza eufemismi ma con assoluto rispetto, adombrando la necessità di Dio. È quindi, a modo suo, un libro religioso.
Piero, vecchio professore d'anatomia in pensione, ritiene che ormai si viva troppo e che troppi siano in ogni caso gli anni della sua vita. Dice quasi scherzando che la sua storia, gremita di lutti e di dolori, assomiglia sempre più a una tragedia elisabettiana, come forse la storia di ogni vecchio. In realtà, minacciato dalle malattie, carico di memorie che non sopporta più, si sente attratto dall'idea del suicidio. Tuttavia, forse per il suo credo cristiano, o forse per qualcos'altro di più vago e tenace, non riesce a decidersi.
Il suo antico allievo Toni, detto Beau, ha dissipato i non pochi talenti di cui era dotato e adesso, alle soglie della vecchiaia, sta girando uno snuff movie anomalo, con immagini di morte non provocata da lui. Al centro del film vuole mettere il suicidio del suo maestro e amico Piero. Dunque lo sollecita: più o meno diplomaticamente, lo costituisce in mora. Il romanzo vive di questa tensione, prolungata fino alle ultime pagine. E vive dei ricordi che perseguitano Piero: la scomparsa della figlia durante un viaggio in India, il gesto apparentemente incomprensibile di un uomo e di una donna - a lui molto, troppo cari - che si buttano nel vuoto tenendosi per mano. E così, tra lutti mai smessi, ferite mal rimarginate di antichi amori, segreti vergognosi e cruente schermaglie verbali, la storia scivola verso un finale che la rovescia, portandone a compimento il senso.
In questo suo nuovo libro Salvatore Mannuzzu guarda da vicino la morte, raccontandola con distacco efferato e come fosse la sua propria; spinto in ogni parola da un'urgenza assoluta: forse religiosa, forse semplicemente umana.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 216

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806213849

ISBN-13: 9788806213848

Data di pubblicazione: 2013

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Questo romanzo s'intitola Snuff perché racconta la morte: la racconta senza eufemismi ma con assoluto rispetto, adombrando la necessità di Dio. È quindi, a modo suo, un libro religioso.
Piero, vecchio professore d'anatomia in pensione, ritiene che ormai si viva troppo e che troppi siano in ogni caso gli anni della sua vita. Dice quasi scherzando che la sua storia, gremita di lutti e di dolori, assomiglia sempre più a una tragedia elisabettiana, come forse la storia di ogni vecchio. In realtà, minacciato dalle malattie, carico di memorie che non sopporta più, si sente attratto dall'idea del suicidio. Tuttavia, forse per il suo credo cristiano, o forse per qualcos'altro di più vago e tenace, non riesce a decidersi.
Il suo antico allievo Toni, detto Beau, ha dissipato i non pochi talenti di cui era dotato e adesso, alle soglie della vecchiaia, sta girando uno snuff movie anomalo, con immagini di morte non provocata da lui. Al centro del film vuole mettere il suicidio del suo maestro e amico Piero. Dunque lo sollecita: più o meno diplomaticamente, lo costituisce in mora. Il romanzo vive di questa tensione, prolungata fino alle ultime pagine. E vive dei ricordi che perseguitano Piero: la scomparsa della figlia durante un viaggio in India, il gesto apparentemente incomprensibile di un uomo e di una donna - a lui molto, troppo cari - che si buttano nel vuoto tenendosi per mano. E così, tra lutti mai smessi, ferite mal rimarginate di antichi amori, segreti vergognosi e cruente schermaglie verbali, la storia scivola verso un finale che la rovescia, portandone a compimento il senso.
In questo suo nuovo libro Salvatore Mannuzzu guarda da vicino la morte, raccontandola con distacco efferato e come fosse la sua propria; spinto in ogni parola da un'urgenza assoluta: forse religiosa, forse semplicemente umana.

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