Si accascia a terra, il corpo lentamente lo abbandona, mani e piedi non rispondono. Solo il respiro, che non tradisce perché non può essere comandato, accompagna gli ultimi pensieri. Sente e accetta la Fine. Saluta tutti, presenti e assenti, con rapido giro d’occhi, che infine chiude per il Grande Viaggio. Buio. Poi Luce. Risveglio, ancora vita. Due domande che faccio a voi lettori: se vi si concedesse un'altra opportunità, che valore dareste a ogni singolo minuto che vi fosse, di nuovo, donato? Avendo a disposizione due vite, le vivreste identiche oppure diametralmente opposte? Il protagonista di questo stupefacente romanzo, vincitore del Premio Cesare Pavese Inediti, risorto decide per sé il senso della sua seconda chance. Non ha freni e inibizioni sociali (è già morto). Ha fame di vita. Tra cielo e inferno, in una continua discesa e risalita, dove altissima società borghese e infimi bordelli si confondono, pure la disperazione si prostituisce. Nell’orgia più nichilista della letteratura contemporanea. Alfredo Tocchi ci apre il cuore e l’anima come solo un sopravvissuto può fare. Oppure un pazzo. Ma i pazzi siete voi, che vivete in attesa della morte, ci dice.