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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Paolo Longarini

Brando

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 07-06-2016 da Outsider
Aggiornato il 07-06-2016 da Outsider
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 07-06-2016 da Outsider
Aggiornato il 07-06-2016 da Outsider
Disponibile in 1 libreria

Potete tranquillamente tenervi la vostra comprensione, non me la merito e non mi serve. Se mai aveste intenzione di usare anche un solo grammo di preziosa indulgenza per me, grazie, ma passo. Per quanto riguarda la vostra curiosità, beh, sono sicuro che nel dorato mondo dei beati cazzi miei ci sia rimasto ancora qualche vaffa con il vostro nome sopra.
Brando, andiamocene dai, ho detto anche troppo.

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Recensioni

Outsider

Le sorprese sono una cosa meravigliosa.
Quando son belle.
Ecco, io ve lo dico subito, Brando non è una bella sorpresa.
Dico sul serio.
Perché "bella" non rende minimamente l’idea.
Brando è una straordinaria, eccezionale, stupefacente sorpresa.
È una di quelle storie di cui sentivi il bisogno, quelle che ti fanno ricordare di avere delle mucose nasali capaci di cogliere la differenza tra l’aria fresca e quella stantia, e polmoni bramosi d’ossigeno.

(ma si può mai scrivere una recensione parlando di mucose nasali? Sì, si può. Pure bramosi, quando mai mi ricapita)

Una di quelle storie che mentre le leggi pensi “dove diavolo sei stata tutto questo tempo?”.
Stava dentro una persona.

Facciamo un passo indietro.
Faccio parte di un gruppo di privilegiati. Un gruppo ristretto, non arriviamo a trenta.
Mila.
Negli ultimi tre anni e spicci abbiamo avuto la possibilità di assistere in diretta, giorno per giorno, alla scoperta di un talento raro. Ci ha fatto ridere, commuovere, cadere le braccia, dato la forza di raccoglierle e – sporadicamente – usarle per liberatori ancorché ombrelliferi gesti. Non sto a ripetere quello che penso di Paolo Longarini, sta nella recensione del primo libro.
Abbiamo avuto, in questi mesi, l’enorme privilegio di condividere con lui un’avventura nuova, un esperimento, un’impresa. Un'emozione difficile da descrivere in poche parole.
Bene, signore e signori, l’esperimento è perfettamente riuscito.“Brando” è una di quelle storie che ti fa chiedere: ancora.
Cantandola.
Ridendo come una deficiente.
Perché è bellezza, in maniera assolutamente inaspettata.
E' il macigno che ti sei portato dentro per anni che improvvisamente vola via.
Forse.
E' fare i conti con la Storia, quella con la maiuscola. E' guardarsi allo specchio e farsi delle domande, e deglutire a vuoto senza riuscire a spiccicar parola.

Una di quelle storie che, in un momento di empatia cosmica inconsulta, ti fa desiderare che tutti, ma proprio tutti possano godersela senza anticipazioni.
Perché il mondo fa già schifo a sufficienza per privarsi delle sorprese più belle, quando capitano.

#dontspoilerbrando

 

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Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine:

Formato: (DATO NON PRESENTE)

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Potete tranquillamente tenervi la vostra comprensione, non me la merito e non mi serve. Se mai aveste intenzione di usare anche un solo grammo di preziosa indulgenza per me, grazie, ma passo. Per quanto riguarda la vostra curiosità, beh, sono sicuro che nel dorato mondo dei beati cazzi miei ci sia rimasto ancora qualche vaffa con il vostro nome sopra.
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Quando son belle.
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Brando è una straordinaria, eccezionale, stupefacente sorpresa.
È una di quelle storie di cui sentivi il bisogno, quelle che ti fanno ricordare di avere delle mucose nasali capaci di cogliere la differenza tra l’aria fresca e quella stantia, e polmoni bramosi d’ossigeno.

(ma si può mai scrivere una recensione parlando di mucose nasali? Sì, si può. Pure bramosi, quando mai mi ricapita)

Una di quelle storie che mentre le leggi pensi “dove diavolo sei stata tutto questo tempo?”.
Stava dentro una persona.

Facciamo un passo indietro.
Faccio parte di un gruppo di privilegiati. Un gruppo ristretto, non arriviamo a trenta.
Mila.
Negli ultimi tre anni e spicci abbiamo avuto la possibilità di assistere in diretta, giorno per giorno, alla scoperta di un talento raro. Ci ha fatto ridere, commuovere, cadere le braccia, dato la forza di raccoglierle e – sporadicamente – usarle per liberatori ancorché ombrelliferi gesti. Non sto a ripetere quello che penso di Paolo Longarini, sta nella recensione del primo libro.
Abbiamo avuto, in questi mesi, l’enorme privilegio di condividere con lui un’avventura nuova, un esperimento, un’impresa. Un'emozione difficile da descrivere in poche parole.
Bene, signore e signori, l’esperimento è perfettamente riuscito.“Brando” è una di quelle storie che ti fa chiedere: ancora.
Cantandola.
Ridendo come una deficiente.
Perché è bellezza, in maniera assolutamente inaspettata.
E' il macigno che ti sei portato dentro per anni che improvvisamente vola via.
Forse.
E' fare i conti con la Storia, quella con la maiuscola. E' guardarsi allo specchio e farsi delle domande, e deglutire a vuoto senza riuscire a spiccicar parola.

Una di quelle storie che, in un momento di empatia cosmica inconsulta, ti fa desiderare che tutti, ma proprio tutti possano godersela senza anticipazioni.
Perché il mondo fa già schifo a sufficienza per privarsi delle sorprese più belle, quando capitano.

#dontspoilerbrando

 

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