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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Ester Armanino

L'Arca

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 07-08-2016 da Martocchia
Aggiornato il 07-08-2016 da Martocchia
Disponibile in 1 libreria
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Quando un diluvio si abbatte sulle nostre vite, dobbiamo pensare a cosa mettere in salvo: i ricordi, le promesse, la strada percorsa assieme a chi amiamo e quella che percorreremo da soli una volta tornato il sereno. È ciò che fanno Teresa e Nadia, due sorelle divise dall'indole e da un segreto. Ma è soprattutto Pietro, che crede ancora ai draghi e gira con un barattolo in cui conserva i pensieri, a dover imparare a dire addio.

Pietro ha sei anni e anche se gli hanno detto che Noè fa salire a bordo solo due esemplari di ogni specie, vuole seguire i suoi genitori sull'arca. Teresa nell'«Arca» ci lavora, fa l'infermiera. Ha quarantaquattro anni, due figli arrivati tardi, un gatto persiano e un marito sempre via per lavoro. E soprattutto un dubbio che le si è raggrumato dentro e l'ha fatta allontanare da Nadia, sua sorella. Avvedutezza e Sventatezza, cosí le chiamava la portinaia quando erano piccole: l'una il contrario dell'altra. Nadia infatti «di lavoro fa l'artista», come dice suo figlio Pietro. Sperimenta con suoni e odori gli ambienti estremi, tentando forse di riempire un vuoto. Per questo ha sposato Mario, uno che di arte non sa nulla ma assomiglia molto a sua sorella Teresa: sembrano sbucati fuori da un solo blocco di pietra, sbozzati dalla stessa mano, saldi abbastanza per ancorare un desiderio costante di fuga. A Teresa il suo lavoro piace, se lo ripete ogni mattina davanti allo specchio, mentre controlla le rughe e i chili di troppo. Suo marito Alberto la desidera ancora, ma è uno che a volte - forse proprio come Nadia - i limiti ha dovuto oltrepassarli per provare che esistevano. Quando però tra i pazienti di Teresa arriva anche Nadia, quel grumo di rancore e rimorso chiede di essere sciolto, perché anche i rapporti, come le persone, devono essere messi in salvo. Ester Armanino trova le parole precise per raccontare il dolore e la separazione, l'attrazione e la meraviglia, confermando il suo talento di scrittrice entomologa dei sentimenti.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 176

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806227033

ISBN-13: 9788806227036

Data di pubblicazione: 2016

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Ester Armanino

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Quando un diluvio si abbatte sulle nostre vite, dobbiamo pensare a cosa mettere in salvo: i ricordi, le promesse, la strada percorsa assieme a chi amiamo e quella che percorreremo da soli una volta tornato il sereno. È ciò che fanno Teresa e Nadia, due sorelle divise dall'indole e da un segreto. Ma è soprattutto Pietro, che crede ancora ai draghi e gira con un barattolo in cui conserva i pensieri, a dover imparare a dire addio.

Pietro ha sei anni e anche se gli hanno detto che Noè fa salire a bordo solo due esemplari di ogni specie, vuole seguire i suoi genitori sull'arca. Teresa nell'«Arca» ci lavora, fa l'infermiera. Ha quarantaquattro anni, due figli arrivati tardi, un gatto persiano e un marito sempre via per lavoro. E soprattutto un dubbio che le si è raggrumato dentro e l'ha fatta allontanare da Nadia, sua sorella. Avvedutezza e Sventatezza, cosí le chiamava la portinaia quando erano piccole: l'una il contrario dell'altra. Nadia infatti «di lavoro fa l'artista», come dice suo figlio Pietro. Sperimenta con suoni e odori gli ambienti estremi, tentando forse di riempire un vuoto. Per questo ha sposato Mario, uno che di arte non sa nulla ma assomiglia molto a sua sorella Teresa: sembrano sbucati fuori da un solo blocco di pietra, sbozzati dalla stessa mano, saldi abbastanza per ancorare un desiderio costante di fuga. A Teresa il suo lavoro piace, se lo ripete ogni mattina davanti allo specchio, mentre controlla le rughe e i chili di troppo. Suo marito Alberto la desidera ancora, ma è uno che a volte - forse proprio come Nadia - i limiti ha dovuto oltrepassarli per provare che esistevano. Quando però tra i pazienti di Teresa arriva anche Nadia, quel grumo di rancore e rimorso chiede di essere sciolto, perché anche i rapporti, come le persone, devono essere messi in salvo. Ester Armanino trova le parole precise per raccontare il dolore e la separazione, l'attrazione e la meraviglia, confermando il suo talento di scrittrice entomologa dei sentimenti.

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