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E intanto, mentre non c'eri...

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Valentina Meloni

Nei giardini di Suzhou

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
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Laura

Semplice, delicata, stupenda: così si rivela la poesia di Valentina Meloni a chi, passo dopo passo, si addentra “Nei giardini di Suzhou”. Giardini più ideali che reali, questi, scolpiti dal silenzio dell’anima e dal fluire imperturbabile del tempo; più metafora e simbolo di una dimensione dell’io e dell’esistenza, lontana dagli insulsi e opprimenti frastuoni del mondo, che luogo fisico rintracciabile da qualche parte, sebbene i Giardini di Suzhou abbiano in realtà una propria collocazione geografica nella provincia cinese del Jiangsu e rappresentino una importante oasi naturalistica diventata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO ormai da quasi vent’anni. Per quanto mi riguarda, è la prima volta che mi interesso e avvicino al genere haiku, poesia di tradizione orientale che, in tutta franchezza, è stata una sorprendente e piacevole scoperta: in soli tre versi, in cui sono racchiuse meno di venti sillabe, si concentrano immagini e sensazioni che lunghe poesie o addirittura poemi non è detto sappiano esprimere con altrettanta efficacia. La silloge di Valentina Meloni, ricca di ben duecento componimenti e di un interessante apparato di note ai testi, è un piccolo scrigno che custodisce gioielli in apparenza semplici e per niente vistosi, ma comunque di straordinaria bellezza. Dall’immensità dei cieli solcati da nuvole in corsa alla dolcezza dei prati in fiore, dalla malinconia della musica del vento all’incanto dei silenzi innevati, dalla stellata magia della notte agli assolati germogli del giorno: attraverso suoni, profumi, colori, l’autrice ci conduce in un viaggio tra le stagioni anzitutto dell’anima, dove contemplazione della natura e ascolto della propria interiorità s’intrecciano in un continuo gioco di compenetrazione infine inscindibile. Tantissimi gli haiku che, come piccoli quadri o istantanee d’autore, fermano un momento catturandolo nella sua eternità e a chi legge – sublime potenza del verso! – sembra di vedere per davvero quelle scene, quei colori, quei movimenti, che siano voli d’uccelli, schiudersi di petali o agitarsi di fronde. Vegliano piano stelle stanche la notte Non hanno sonno Campo di grano Un papavero rosso sta solitario Verde brillante Un germano reale scrolla le piume Il codirosso saltella tra le rose È giunta l’estate Cervi in amore Le felci si muovono dentro la sera Abeti bianchi in cima al santuario giunti in preghiera Lago increspato Saette di rondini tuffano il capo Soffiava piano il vento tra i cipressi Ti amo ancora Versi da leggere e rileggere, lentamente. Poesia da ascoltare col cuore. Un’opera di profonda armonia, nonché di grande sensibilità, impreziosita inoltre dalle meravigliose opere pittoriche su carta di riso dell’artista siciliano Santo Previtera. “È difficile esprimere qualcosa nella sua interezza”, recita la massima di un monaco zen che Giovanna Iorio cita nella sua bella prefazione al libro: sarà senz’altro così, dal momento che indubbiamente il linguaggio, a differenza del pensiero, ha limiti precisi, ma è pur vero che la poesia, in generale, può tanto e quella riecheggiante nei giardini dell’anima, come in questo caso, con poche ed essenziali parole riesce a raggiungere livelli superbi che se non possiamo chiamare perfezione, poco ci manca. (I testi riportati, compresa la citazione riportata come titolo, sono di proprietà di ©Valentina Meloni)

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Editore: FusibiliaLibri

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 120

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-13: 9788898649228

Data di pubblicazione: 2015

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Semplice, delicata, stupenda: così si rivela la poesia di Valentina Meloni a chi, passo dopo passo, si addentra “Nei giardini di Suzhou”. Giardini più ideali che reali, questi, scolpiti dal silenzio dell’anima e dal fluire imperturbabile del tempo; più metafora e simbolo di una dimensione dell’io e dell’esistenza, lontana dagli insulsi e opprimenti frastuoni del mondo, che luogo fisico rintracciabile da qualche parte, sebbene i Giardini di Suzhou abbiano in realtà una propria collocazione geografica nella provincia cinese del Jiangsu e rappresentino una importante oasi naturalistica diventata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO ormai da quasi vent’anni. Per quanto mi riguarda, è la prima volta che mi interesso e avvicino al genere haiku, poesia di tradizione orientale che, in tutta franchezza, è stata una sorprendente e piacevole scoperta: in soli tre versi, in cui sono racchiuse meno di venti sillabe, si concentrano immagini e sensazioni che lunghe poesie o addirittura poemi non è detto sappiano esprimere con altrettanta efficacia. La silloge di Valentina Meloni, ricca di ben duecento componimenti e di un interessante apparato di note ai testi, è un piccolo scrigno che custodisce gioielli in apparenza semplici e per niente vistosi, ma comunque di straordinaria bellezza. Dall’immensità dei cieli solcati da nuvole in corsa alla dolcezza dei prati in fiore, dalla malinconia della musica del vento all’incanto dei silenzi innevati, dalla stellata magia della notte agli assolati germogli del giorno: attraverso suoni, profumi, colori, l’autrice ci conduce in un viaggio tra le stagioni anzitutto dell’anima, dove contemplazione della natura e ascolto della propria interiorità s’intrecciano in un continuo gioco di compenetrazione infine inscindibile. Tantissimi gli haiku che, come piccoli quadri o istantanee d’autore, fermano un momento catturandolo nella sua eternità e a chi legge – sublime potenza del verso! – sembra di vedere per davvero quelle scene, quei colori, quei movimenti, che siano voli d’uccelli, schiudersi di petali o agitarsi di fronde. Vegliano piano stelle stanche la notte Non hanno sonno Campo di grano Un papavero rosso sta solitario Verde brillante Un germano reale scrolla le piume Il codirosso saltella tra le rose È giunta l’estate Cervi in amore Le felci si muovono dentro la sera Abeti bianchi in cima al santuario giunti in preghiera Lago increspato Saette di rondini tuffano il capo Soffiava piano il vento tra i cipressi Ti amo ancora Versi da leggere e rileggere, lentamente. Poesia da ascoltare col cuore. Un’opera di profonda armonia, nonché di grande sensibilità, impreziosita inoltre dalle meravigliose opere pittoriche su carta di riso dell’artista siciliano Santo Previtera. “È difficile esprimere qualcosa nella sua interezza”, recita la massima di un monaco zen che Giovanna Iorio cita nella sua bella prefazione al libro: sarà senz’altro così, dal momento che indubbiamente il linguaggio, a differenza del pensiero, ha limiti precisi, ma è pur vero che la poesia, in generale, può tanto e quella riecheggiante nei giardini dell’anima, come in questo caso, con poche ed essenziali parole riesce a raggiungere livelli superbi che se non possiamo chiamare perfezione, poco ci manca. (I testi riportati, compresa la citazione riportata come titolo, sono di proprietà di ©Valentina Meloni)

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