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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Vittorio Arrigoni

Gaza

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria

In queste pagine appassionate, Vittorio Arrigoni, barbaramente assassinato nell’aprile del 2011, ci mette sotto gli occhi i giorni della sanguinosa offensiva israeliana Piombo Fuso contro la Striscia di Gaza, andata avanti dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009. Un prezioso resoconto quotidiano scritto in condizioni difficili, durante i bombardamenti, nei rari internet point dotati di un generatore autonomo di elettricità. Senza la presenza nella Striscia del pacifista dell’International solidarity movement la guerra a Gaza ci sarebbe arrivata solo attraverso i lanci delle agenzie di stampa. Questa piccola ma preziosa pubblicazione, dunque, raccoglie l’unica testimonianza immediata e diretta di quel bagno di sangue.

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Laura

Aver trovato questo libro di Vittorio Arrigoni mentre leggevo “Nel blu tra il cielo e il mare” di Susan Abulhawa, mi è parso da subito una bella coincidenza. La coincidenza riguarda il fatto che entrambi parlano dello stesso martoriato angolo di mondo: la Striscia di Gaza. Passare dalle pagine del romanzo dell’Abulhawa a quelle del reportage di Arrigoni mi ha confermato che la narrativa sull’argomento in questione non inventa nulla, semmai risparmia qualcosa ai lettori. Vittorio Arrigoni era un attivista per i diritti umani. Purtroppo, quando ne sentii parlare per la prima volta, lui era già stato ucciso. Era l’aprile del 2011. Volontario dell’International Solidarity Movement, viveva a Gaza, dove aveva scelto di rimanere anche durante l’offensiva israeliana “Piombo Fuso” che, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, insanguinò la Striscia riducendola ancor più a un cumulo di macerie. “Gaza. Restiamo umani” raccoglie la cronaca precisa e agghiacciante di quei giorni terribili, già divulgata attraverso il blog “Guerilla radio”, mentre il mondo si accontentava dei comunicati stampa approvati da Israele, che infatti cercava di convincerlo che quanto stava facendo all’interno di quei 360 km2 fosse cosa buona e giusta e, non a caso, laggiù non gradiva testimoni stranieri. “Qualcuno deve arrestare questa carneficina, ho visto cose in questi giorni, udito fragori, annusato miasmi pestiferi, che difficilmente riuscirò a raccontare a miei eventuali futuri figli. Sentirsi isolati e abbandonati è desolante non meno della vista di un quartiere di Gaza dopo una campagna di raid aerei.” Vorrei che un po’ tutti leggessero questo libro, ma in particolare quei politicastri nostrani che, nella tv pubblica e privata, in nome di un discutibile “politically correct”, iniziano a sbraitare se solo qualcuno si azzarda a dire che lo Stato ebraico viola i diritti umani, pur limitando tale discorso naturalmente ai vertici politici e militari giacché, per fortuna, tanti cittadini israeliani hanno più cervello e cuore del proprio governo. Ma – mi domando, e mi piacerebbe conoscere la risposta di quei benpensanti signori – come si possono altrimenti etichettare azioni come quelle di tirare al bersaglio sui bambini, utilizzare armi vietate dalla Convenzione di Ginevra e bombardare ospedali e scuole dell’Onu in cui, è risaputo dagli stessi militari israeliani, si ammassano i civili sempre più inermi? Difficilmente, sulla base di quel che scriveva Arrigoni, si riuscirà a trascinare governo ed esercito con la stella di Davide davanti al Tribunale internazionale dell’Aja per crimini di guerra. Che sia la destra del Likud o la sinistra del fu Rabin, non fa differenza: chi sta ai vertici continua a trincerarsi dietro la giustificazione di parole quali difesa, terrorismo, Hamas; ma se tra gli intellettuali israeliani qualcuno parla senza mezzi termini addirittura di “pulizia etnica” ai danni della popolazione palestinese (Ilan Pappe, autore di una interessantissima postfazione al libro), possibile che i governi occidentali continuino a sostenere Israele incondizionatamente? “Fino a questa mattina si contavano 650 morti, 153 bambini uccisi, più di 3000 i feriti, decine e decine i dispersi. Il computo delle morti civili in Israele, fortunatamente, rimane fermo a quota 4. Dopo questo pomeriggio il bilancio sul versante palestinese va drammaticamente aggiornato, l'esercito ha iniziato a bombardare le scuole delle Nazioni Unite. Le stesse che stavano raccogliendo migliaia di sfollati evacuati dietro minaccia di un imminente attacco. Li hanno scacciati dai campi profughi, dai villaggi, solo per raccoglierli tutti in posto unico, un bersaglio più comodo. Sono tre le scuole bombardate oggi, l'ultima, quella di Al Fakhura, a Jabilia, è stata centrata in pieno. Più di 40 morti. In pochi istanti se ne sono andati uomini, anziani, donne, bambini che si credevano al sicuro dietro le mura dipinte in blu con i loghi dell'Onu. Le altre 20 scuole delle Nazioni Unite tremano. Non c'è via di scampo nella Striscia di Gaza […]” Se non fosse caduto vittima della violenta insensatezza che regna in quei luoghi, Vittorio Arrigoni ci avrebbe raccontato, suo malgrado, anche il successivo disastroso assedio su Gaza dell’estate 2014 e oggi avrebbe avuto quarantun anni. Di lui ci resta un grande esempio, nonché un prezioso messaggio di pace che, in un mondo come quello nel quale viviamo, ormai assuefatto a guerre e ingiustizie, sembra più che mai difficile da realizzare. “Restiamo umani”, proviamoci, sempre e comunque. * Versi tratti dalla poesia “I giorni di Gaza”, che la sottoscritta scrisse durante i bombardamenti di Israele sulla Striscia nel luglio del 2014.

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Editore: Manifestolibri

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 144

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8872857015

ISBN-13: 9788872857014

Data di pubblicazione: 2011

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