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E intanto, mentre non c'eri...

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Huckelberry Finn
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Tommaso Mondelli, Danila Oppio

Canto a due voci

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria
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Laura

È un canto armonioso, brioso e franco, quello intonato a due voci dai poeti Danila Oppio e Tommaso Mondelli in questa nuova pubblicazione de L’ArgoLibro. Un canto che, a tratti, si eleva anche in qualche assolo d’intima e struggente intensità. Due voci che, sulla base delle rispettive sensibilità, esperienza e visione del mondo, ci parlano della vita, ora in rime e quartine impeccabili nel caso di Tommaso, ora in strofe libere e assonanti nel caso di Danila; non mancano però, sia per l’uno che per l’altra, novità e “azzardi” poetici che li portano a sperimentare stili diversi da quelli che sono loro propri. Del resto, la poesia, e la scrittura in generale, altro non può essere che curiosità e rinnovamento. E - perché no? – anche viaggio incessante, dentro se stessi e nel contempo verso gli altri: un meraviglioso andare senza punti di arrivo troppo scontati, ma scandito principalmente da rinnovate partenze. “Canto a due voci”, come giustamente sottolinea Francesco Sicilia nella sua bella introduzione alla silloge, per chi ama la poesia è una lettura piacevole e ricca di spunti di riflessione. Per i due poeti è senz’altro incontro, scambio e condivisione di un comune sentire. Mi piace riportare i versi seguenti che, tuttavia, rappresentano soltanto una minima parte della profondità poetica e ancor prima umana di entrambi gli autori: Non fosse quel caffè che mi sveglia la mattina dovrei dire che non c’è la delizia mattutina (T. Mondelli, da “Il caffè”) Hanno straziato il suo cuore Mandandolo in frantumi Sminuzzato in coriandoli In mille schegge di sangue Rappreso, ormai bluastro Poiché il rosso è scomparso Dentro vene di cemento (D. Oppio, da “Violenza”) L’Europa ha fatto l’euro ch’è di tutti e di nessuno ora poi si chiede al neuro per ché tanti fan digiuno. Chi lo vuole e chi non più quando cala e quando sale se primeggia oppure va giù c’è pur sempre a chi fa male. (T. Mondelli, da “Il coso”) Scorre a balzi e saltelli L’acqua del torrente Su sassi levigati Dal suo incessante fluire Scorre la vita Sul passato e presente Scivola tra le dita Come acqua di sorgente (D. Oppio, da “Sassi di fiume”) L’amore per sua atavica inclinazione non dà retta ai numeri lascia fare il raddoppio o anche il triplo alle anime nobili che ci si cullano per inclinazione o superiore predestinazione. (T. Mondelli, da “Eri”) Fili d’erba Irrorati di rugiada Innamorati del sole Amante col quale Hanno fatto all’amore (D. Oppio, da “Prato”)

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Editore: L'Argolibro

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 142

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-13: 9788898558438

Data di pubblicazione: 2015

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Tommaso Mondelli, Danila Oppio

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È un canto armonioso, brioso e franco, quello intonato a due voci dai poeti Danila Oppio e Tommaso Mondelli in questa nuova pubblicazione de L’ArgoLibro. Un canto che, a tratti, si eleva anche in qualche assolo d’intima e struggente intensità. Due voci che, sulla base delle rispettive sensibilità, esperienza e visione del mondo, ci parlano della vita, ora in rime e quartine impeccabili nel caso di Tommaso, ora in strofe libere e assonanti nel caso di Danila; non mancano però, sia per l’uno che per l’altra, novità e “azzardi” poetici che li portano a sperimentare stili diversi da quelli che sono loro propri. Del resto, la poesia, e la scrittura in generale, altro non può essere che curiosità e rinnovamento. E - perché no? – anche viaggio incessante, dentro se stessi e nel contempo verso gli altri: un meraviglioso andare senza punti di arrivo troppo scontati, ma scandito principalmente da rinnovate partenze. “Canto a due voci”, come giustamente sottolinea Francesco Sicilia nella sua bella introduzione alla silloge, per chi ama la poesia è una lettura piacevole e ricca di spunti di riflessione. Per i due poeti è senz’altro incontro, scambio e condivisione di un comune sentire. Mi piace riportare i versi seguenti che, tuttavia, rappresentano soltanto una minima parte della profondità poetica e ancor prima umana di entrambi gli autori: Non fosse quel caffè che mi sveglia la mattina dovrei dire che non c’è la delizia mattutina (T. Mondelli, da “Il caffè”) Hanno straziato il suo cuore Mandandolo in frantumi Sminuzzato in coriandoli In mille schegge di sangue Rappreso, ormai bluastro Poiché il rosso è scomparso Dentro vene di cemento (D. Oppio, da “Violenza”) L’Europa ha fatto l’euro ch’è di tutti e di nessuno ora poi si chiede al neuro per ché tanti fan digiuno. Chi lo vuole e chi non più quando cala e quando sale se primeggia oppure va giù c’è pur sempre a chi fa male. (T. Mondelli, da “Il coso”) Scorre a balzi e saltelli L’acqua del torrente Su sassi levigati Dal suo incessante fluire Scorre la vita Sul passato e presente Scivola tra le dita Come acqua di sorgente (D. Oppio, da “Sassi di fiume”) L’amore per sua atavica inclinazione non dà retta ai numeri lascia fare il raddoppio o anche il triplo alle anime nobili che ci si cullano per inclinazione o superiore predestinazione. (T. Mondelli, da “Eri”) Fili d’erba Irrorati di rugiada Innamorati del sole Amante col quale Hanno fatto all’amore (D. Oppio, da “Prato”)

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