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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Riccardo Monni

La mia campagna di Russia, 1941-1943

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria
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Laura

Non mi ha appassionata come la storia del partigiano Libero Pranteddu di Aritzo, ma anche questa di Riccardo Monni, autore del libro e sardo di Ilbono (in Ogliastra), è una testimonianza di prim'ordine. Il libro, scritto con cura e una proprietà di linguaggio eccellente (manca solo il pathos o, forse, sono stata io a non averlo colto), racconta la seconda guerra mondiale sul fronte russo, dal momento della partenza dall'Italia nell'agosto 1941 fino alla disastrosa ritirata nei primi mesi del 1943. Monni, uno dei pochi fortunati a riportare a casa la pelle, fece rientro in Italia nel marzo '43 e a casa in Sardegna nel mese successivo. Il suo reparto era stato incluso dapprima nel C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia), per poi operare all'interno dell'A.R.M.I.R. (Armata Italiana in Russia). Interessanti le pagine in cui l'autore si sofferma sui luoghi attraversati, città e piccoli e piccolissimi poveri villaggi (Romania, Moldavia, Ucraina, fino alla prima linea sul Don), e sulla popolazione incontrata, per nulla ostile. Più leggo queste testimonianze legate al periodo bellico, più mi convinco che esse rappresentino una corale condanna e un viscerale e accorato invito ad andare al diavolo rivolto a tutti gli stronzi che organizzavano (e organizzano) le guerre stando seduti a tavolino. http://www.youtube.com/watch?v=4bkMvIIQYZw

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Editore:

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 84

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8889978201

ISBN-13: 9788889978207

Data di pubblicazione: 2007

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Riccardo Monni

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Laura

Non mi ha appassionata come la storia del partigiano Libero Pranteddu di Aritzo, ma anche questa di Riccardo Monni, autore del libro e sardo di Ilbono (in Ogliastra), è una testimonianza di prim'ordine. Il libro, scritto con cura e una proprietà di linguaggio eccellente (manca solo il pathos o, forse, sono stata io a non averlo colto), racconta la seconda guerra mondiale sul fronte russo, dal momento della partenza dall'Italia nell'agosto 1941 fino alla disastrosa ritirata nei primi mesi del 1943. Monni, uno dei pochi fortunati a riportare a casa la pelle, fece rientro in Italia nel marzo '43 e a casa in Sardegna nel mese successivo. Il suo reparto era stato incluso dapprima nel C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia), per poi operare all'interno dell'A.R.M.I.R. (Armata Italiana in Russia). Interessanti le pagine in cui l'autore si sofferma sui luoghi attraversati, città e piccoli e piccolissimi poveri villaggi (Romania, Moldavia, Ucraina, fino alla prima linea sul Don), e sulla popolazione incontrata, per nulla ostile. Più leggo queste testimonianze legate al periodo bellico, più mi convinco che esse rappresentino una corale condanna e un viscerale e accorato invito ad andare al diavolo rivolto a tutti gli stronzi che organizzavano (e organizzano) le guerre stando seduti a tavolino. http://www.youtube.com/watch?v=4bkMvIIQYZw

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