La storia di un grande e celebre pittore e di una giovane allieva destinata a rimanere per sempre nell’ombra. Lui è Jacomo Tintoretto, lei Marietta Tintoretta. Padre e figlia. O forse no. Di origine modesta, gran brutto carattere, ironico e geniale, bugiardo e imbroglione, a caccia di successo nella Venezia cosmopolita della seconda metà del Cinquecento, moralista e però incapace di fare a meno delle donne, credente e però pronto a barare anche con Dio, Jacomo Tintoretto ha impiegato quasi ottant’anni a capire per cosa vale la pena vivere e morire. E adesso, nei suoi ultimi giorni, la sua voce inconfondibile ci racconta la lunga lotta per emergere e affermarsi contro nemici insidiosi, primo fra tutti il vecchio Tiziano, ma anche e soprattutto contro se stesso, la sua numerosa famiglia, la maestosa e diffidente città che lo circonda. Si staglia così davanti ai nostri occhi l’autoritratto spietato di un uomo vulcanico, ambizioso e anticonformista, che ha vissuto solo per dipingere e che per imporre la sua arte ha sacrificato tutto e tutti, a cominciare dai suoi affetti e dalle sue passioni, scacciando uno a uno - con la sola eccezione del buon Dominico - tutti i suoi figli: le femmine in monastero, i maschi ribelli via da casa. Finendo per perdere anche la prediletta e amatissima figlia illegittima, Marietta, allevata al di fuori delle regole della buona società per fare di lei uno dei suoi massimi capolavori: una donna libera e un’artista.