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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Margaret Mazzantini

Venuto al mondo

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (3)
Inserito il 10-04-2018 da Sabrina Cossu
Aggiornato il 10-04-2018 da Sabrina Cossu
Disponibile in 25 librerie
Inserito il 10-04-2018 da Sabrina Cossu
Aggiornato il 10-04-2018 da Sabrina Cossu
Disponibile in 25 librerie

Una mattina Gemma lascia a terra la sua vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino.

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Recensioni

Valentina "Pisty"

Che dire...semplicemente meraviglioso!

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Michela L.

Non si può pretendere di passare attraverso l'inferno e uscirne immutati, quando si guarda in faccia il male e si affronta il dolore, quello che ti lacera e ti lascia distrutta, un cambiamento è il minimo che ti può capitare. La Mazzantini voleva raccontare e soprattutto farci sentire la sterilità del mondo e lo ha fatto in modo impeccabile mostrandocelo da diversi punti di vista. Questa sterilità è un vuoto, profondo e buio, che risucchia tutto al suo interno, un vuoto di un utero che non potrà mai dare la vita, il vuoto di un amore avvolgente che poi si perde per ritrovarsi, forse, quando è troppo tardi e il vuoto di una guerra inutile, una guerra che non risparmia nessuno, come tutte le guerre. Questo libro fa male, ti mastica e ti sputa via senza neppure digerirti, eppure alla fine ti dà sollievo, almeno a me è successo così, il finale con la sua brutale rivelazione mi ha fatto riappacificare con il mondo, con i miei sentimenti, con la rabbia e con l'amore, ridandomi un po' di speranza. Dall'inferno si può tornare forse solo se si è disposti a nascere nuovamente.

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Anita Rudcliff

Arrivi alla fine di un libro senza fiato,e con un grande dolore nel petto...succede quando quest ultimo mette in discussione la tua esistenza , i tuoi credo, le tue priorità ,e scava una breccia nel tuo cuore...la seconda parte del romanzo della Mazzantini è come un vortice che s insinua tra i personaggi e li butta giù uno dopo l altro come pezzi di un domino...perchè così doloroso?Perchè , anche se è un parto della mente dell autrice, sulla terra camminano realmente tante Gemma, egoisticamente portate a guardare il mondo solo in funzione del proprio essere , tanti Diego,amore puro con troppe fratture nel cuore ,e ancora tante Aska,tante Sebina, tanti Goiko...e la guerra, quella guerra che all inizio è stata solo sullo sfondo dell esistenza egoistica di Gemma , quel terrore cupo che alla fine lascia troppe ferite da rimarginare,quel conflitto ha davvero insozzato di sangue e lacrime quella terra ....ciò che però traspare con forza da queste pagine , e il senso stesso del libro ,io credo, è che nonostante tutto, anche dal male puro, dall egoismo e dal dolore , può rinascere la vita, la gioia , la speranza ...leggere Venuto al mondo è stata un esperienza dolorosa e indimenticabile....bellissimo...

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Editore: Edizioni Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 804

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8852012672

ISBN-13: 9788852012679

Data di pubblicazione: 2010

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Margaret Mazzantini

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Aggiornato il 10-04-2018 da Sabrina Cossu
Disponibile in 25 librerie

Una mattina Gemma lascia a terra la sua vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino.

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Valentina "Pisty"

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Non si può pretendere di passare attraverso l'inferno e uscirne immutati, quando si guarda in faccia il male e si affronta il dolore, quello che ti lacera e ti lascia distrutta, un cambiamento è il minimo che ti può capitare. La Mazzantini voleva raccontare e soprattutto farci sentire la sterilità del mondo e lo ha fatto in modo impeccabile mostrandocelo da diversi punti di vista. Questa sterilità è un vuoto, profondo e buio, che risucchia tutto al suo interno, un vuoto di un utero che non potrà mai dare la vita, il vuoto di un amore avvolgente che poi si perde per ritrovarsi, forse, quando è troppo tardi e il vuoto di una guerra inutile, una guerra che non risparmia nessuno, come tutte le guerre. Questo libro fa male, ti mastica e ti sputa via senza neppure digerirti, eppure alla fine ti dà sollievo, almeno a me è successo così, il finale con la sua brutale rivelazione mi ha fatto riappacificare con il mondo, con i miei sentimenti, con la rabbia e con l'amore, ridandomi un po' di speranza. Dall'inferno si può tornare forse solo se si è disposti a nascere nuovamente.

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Anita Rudcliff

Arrivi alla fine di un libro senza fiato,e con un grande dolore nel petto...succede quando quest ultimo mette in discussione la tua esistenza , i tuoi credo, le tue priorità ,e scava una breccia nel tuo cuore...la seconda parte del romanzo della Mazzantini è come un vortice che s insinua tra i personaggi e li butta giù uno dopo l altro come pezzi di un domino...perchè così doloroso?Perchè , anche se è un parto della mente dell autrice, sulla terra camminano realmente tante Gemma, egoisticamente portate a guardare il mondo solo in funzione del proprio essere , tanti Diego,amore puro con troppe fratture nel cuore ,e ancora tante Aska,tante Sebina, tanti Goiko...e la guerra, quella guerra che all inizio è stata solo sullo sfondo dell esistenza egoistica di Gemma , quel terrore cupo che alla fine lascia troppe ferite da rimarginare,quel conflitto ha davvero insozzato di sangue e lacrime quella terra ....ciò che però traspare con forza da queste pagine , e il senso stesso del libro ,io credo, è che nonostante tutto, anche dal male puro, dall egoismo e dal dolore , può rinascere la vita, la gioia , la speranza ...leggere Venuto al mondo è stata un esperienza dolorosa e indimenticabile....bellissimo...

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Mens Sana, festival di letteratura sportiva

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