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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Massimo Picozzi, Catherine Vitinger

È inutile che alzi la voce

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria

"Se il Novecento è passato alla storia come il secolo dell'odio, il nuovo millennio si è aperto all'insegna di un'emozione ancor più primitiva: la rabbia. È la rabbia ad armare la mano di quegli uomini che non sopportano il rifiuto di una donna, a trasformare un mediocre studente nell'autore di una strage, a prendere un tizio qualunque, alla guida di un'auto, e mutarlo in una belva primordiale.
Ma c'è una rabbia meno clamorosa e più subdola, capace di avvelenare la vita, in casa, sul lavoro, in coda agli sportelli."
Piccola o grande che sia, la rabbia in sé è un fatto naturale, è l'ombra inseparabile della nostra quotidianità. È illusorio pensare di eliminarla, fondamentale invece è imparare a comprenderla, in noi stessi e negli altri, a interpretare il suo linguaggio, verbale e fisico, a distinguerla dalle tante altre emozioni che proviamo, per poterla gestire ed elaborare in modo costruttivo.
È l'obiettivo di È inutile che alzi la voce, in cui Massimo Picozzi, noto psichiatra e criminologo, e Catherine Vitinger, grande esperta di tecniche di difesa e di gestione del conflitto, si misurano con questo spinoso tema.
La rabbia, se ben orientata, in certe situazioni ha una funzione positiva, vitale: può aiutarci a far valere i nostri diritti, a trasmettere con forza un messaggio educativo, a impartire istruzioni per fronteggiare prontamente un'emergenza.
Esiste, al contrario, una rabbia cieca e folle, che può portare in un attimo a distruggere relazioni o, quando sfocia in aggressione fisica, anche vite umane, com'è avvenuto al tassista Luca Massari, barbaramente massacrato alla periferia di Milano per aver investito in modo del tutto accidentale un cane.
Oltre che su noti fatti di cronaca, l'analisi dei due autori è incentrata su storie tratte dalla vita di tutti i giorni: tensioni sul lavoro (si tratti di un capo insopportabile, un collega scorretto, un dipendente difficile), conflitti a volte drammatici in famiglia, disagi tra condomini, problematici rapporti tra clienti e aziende, odissee nei servizi pubblici, tragicomiche crisi di nervi causate dagli intoppi delle moderne tecnologie, litigi tra automobilisti, ciclisti e pedoni nel clima sempre più insofferente delle giungle d'asfalto metropolitane.
Affrontare con una nuova consapevolezza la rabbia e il conflitto in queste insidiose circostanze, oltre a permetterci di difendere il nostro equilibrio e la nostra incolumità, può offrirci una straordinaria occasione di crescita in campo affettivo, professionale e sociale.

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Editore: Arnoldo Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 173

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804620382

ISBN-13: 9788804620389

Data di pubblicazione: 2012

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Massimo Picozzi, Catherine Vitinger

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"Se il Novecento è passato alla storia come il secolo dell'odio, il nuovo millennio si è aperto all'insegna di un'emozione ancor più primitiva: la rabbia. È la rabbia ad armare la mano di quegli uomini che non sopportano il rifiuto di una donna, a trasformare un mediocre studente nell'autore di una strage, a prendere un tizio qualunque, alla guida di un'auto, e mutarlo in una belva primordiale.
Ma c'è una rabbia meno clamorosa e più subdola, capace di avvelenare la vita, in casa, sul lavoro, in coda agli sportelli."
Piccola o grande che sia, la rabbia in sé è un fatto naturale, è l'ombra inseparabile della nostra quotidianità. È illusorio pensare di eliminarla, fondamentale invece è imparare a comprenderla, in noi stessi e negli altri, a interpretare il suo linguaggio, verbale e fisico, a distinguerla dalle tante altre emozioni che proviamo, per poterla gestire ed elaborare in modo costruttivo.
È l'obiettivo di È inutile che alzi la voce, in cui Massimo Picozzi, noto psichiatra e criminologo, e Catherine Vitinger, grande esperta di tecniche di difesa e di gestione del conflitto, si misurano con questo spinoso tema.
La rabbia, se ben orientata, in certe situazioni ha una funzione positiva, vitale: può aiutarci a far valere i nostri diritti, a trasmettere con forza un messaggio educativo, a impartire istruzioni per fronteggiare prontamente un'emergenza.
Esiste, al contrario, una rabbia cieca e folle, che può portare in un attimo a distruggere relazioni o, quando sfocia in aggressione fisica, anche vite umane, com'è avvenuto al tassista Luca Massari, barbaramente massacrato alla periferia di Milano per aver investito in modo del tutto accidentale un cane.
Oltre che su noti fatti di cronaca, l'analisi dei due autori è incentrata su storie tratte dalla vita di tutti i giorni: tensioni sul lavoro (si tratti di un capo insopportabile, un collega scorretto, un dipendente difficile), conflitti a volte drammatici in famiglia, disagi tra condomini, problematici rapporti tra clienti e aziende, odissee nei servizi pubblici, tragicomiche crisi di nervi causate dagli intoppi delle moderne tecnologie, litigi tra automobilisti, ciclisti e pedoni nel clima sempre più insofferente delle giungle d'asfalto metropolitane.
Affrontare con una nuova consapevolezza la rabbia e il conflitto in queste insidiose circostanze, oltre a permetterci di difendere il nostro equilibrio e la nostra incolumità, può offrirci una straordinaria occasione di crescita in campo affettivo, professionale e sociale.

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