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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Giancarlo Pontiggia

Stazioni

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 10-12-2020 da
Disponibile in 0 librerie
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"Ho scritto Stazioni - erano i mesi che preludevano all'inizio del nuovo millennio - come in trance, quasi senza volerlo, per certi aspetti controvoglia. Ma è stato come un'apertura improvvisa su un territorio di cui ignoravo tutto, e che mi ha immediatamente soggiogato. Al centro è la città: con le sue stanze, le sue voci, le parole frantumate e approssimative, apparentemente prive di un senso, ma forse per questo ancora più intrise di verità, di piaghe, di bizzarri umori. Stazioni,appunto, con riferimento alle stazioni della via Crucis, ma anche al significato etimologico del vocabolo: luoghi dove si sta, spesso per caso, dove si è condannati a stare, e dunque anche gironi purgatoriali, dove gli incontri valgono il doppio, perché ci parlano di un'espiazione collettiva, civile prima ancora che religiosa. Mi colpiva, nei suoi aspetti più sordidi e avvilenti, la quotidianità, una quotidianità certo fantasticamente potenziata, come immagino sempre debba essere, quando si scrive per qualcosa che non è solo qui, ma è sempre, prima e dopo di noi. Né d'altronde mancano in questo testo - intermedio, almeno nelle intenzioni, fra il genere dialogico e la rappresentazione scenica - schegge liriche, sezioni didascaliche, meditazioni, intermezzi scherzosi in rima, sgranati come luci dentro il gran mare della città, che è sempre, con precisione di luoghi e di vie, Milano."

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Editore: NEM

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 74

Formato: BOOK

ISBN-10: 8888903224

ISBN-13: 9788888903224

Data di pubblicazione: 2010

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"Ho scritto Stazioni - erano i mesi che preludevano all'inizio del nuovo millennio - come in trance, quasi senza volerlo, per certi aspetti controvoglia. Ma è stato come un'apertura improvvisa su un territorio di cui ignoravo tutto, e che mi ha immediatamente soggiogato. Al centro è la città: con le sue stanze, le sue voci, le parole frantumate e approssimative, apparentemente prive di un senso, ma forse per questo ancora più intrise di verità, di piaghe, di bizzarri umori. Stazioni,appunto, con riferimento alle stazioni della via Crucis, ma anche al significato etimologico del vocabolo: luoghi dove si sta, spesso per caso, dove si è condannati a stare, e dunque anche gironi purgatoriali, dove gli incontri valgono il doppio, perché ci parlano di un'espiazione collettiva, civile prima ancora che religiosa. Mi colpiva, nei suoi aspetti più sordidi e avvilenti, la quotidianità, una quotidianità certo fantasticamente potenziata, come immagino sempre debba essere, quando si scrive per qualcosa che non è solo qui, ma è sempre, prima e dopo di noi. Né d'altronde mancano in questo testo - intermedio, almeno nelle intenzioni, fra il genere dialogico e la rappresentazione scenica - schegge liriche, sezioni didascaliche, meditazioni, intermezzi scherzosi in rima, sgranati come luci dentro il gran mare della città, che è sempre, con precisione di luoghi e di vie, Milano."

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