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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Eraldo Affinati Marco Gatto

I meccanismi dell'odio

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 10-12-2020 da
Disponibile in 0 librerie
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In che modo la dimensione digitale amplifica il razzismo? Perché le disuguaglianze sociali, ancora più evidenti dopo la pandemia, hanno riacceso i fuochi dell'America? Quali possono essere le nostre responsabilità di fronte allo scatenarsi della violenza contro gli immigrati? Sono solo alcune delle domande che si pongono Eraldo Affinati e Marco Gatto in questo animato dialogo sulla crisi socioculturale che ha travolto l'Occidente negli ultimi vent'anni.

I due interlocutori, che pur appartenendo a generazioni diverse sono legati da una profonda sintonia pedagogica e dall'esperienza didattica della Penny Wirton, mostrano come una riflessione sul razzismo iniziata già prima del Covid-19 risulti cruciale per analizzare il crescente consenso internazionale ottenuto dalle correnti sovraniste, che si nutrono delle disparità causate dal trionfo del consumismo, della cultura narcisistica e della rivoluzione tecnologica. Non a caso, quando una società è dominata dalla paura e dall'incertezza, le false identificazioni del «diverso» hanno una presa efficace e alimentano il nostro razzismo quotidiano, ben più diffuso e sordido degli episodi clamorosi che finiscono sui giornali. Si tratta di una sconfitta culturale bruciante, soprattutto per chi ha il ruolo di educare le giovani generazioni, che sui banchi riproducono i modelli ingenuamente introiettati nello spazio privato o sui social network.

Ecco dunque che l'analisi sulla strumentalizzazione politica del fenomeno migratorio, che la solitudine degli intellettuali contemporanei non riesce a scalfire, si trasforma in un'accorata riflessione sulle ultime possibilità di resistenza civile, oggi praticabili specialmente a scuola, là dove tutti i nodi s'intrecciano ma possono essere ancora sciolti. Proprio la scuola, infatti, può offrire uno spazio di speranza, in cui allenare la consapevolezza di far parte di una comunità.

È così che I meccanismi dell'odio, un viaggio intellettuale che attinge vigore da molti grandi pensatori - da don Lorenzo Milani a Philip Roth, da Toni Morrison a Pierre Bourdieu -, trasmette la determinazione a perseverare anche di fronte alle crisi più gravi, con quella fiducia che soltanto chi crede nella natura pedagogica dell'insegnamento è capace di comunicare.

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Editore: Edizioni Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 132

Formato: BOOK

ISBN-10: 8835704146

ISBN-13: 9788835704140

Data di pubblicazione: 2020

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Eraldo Affinati Marco Gatto

I meccanismi dell'odio

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In che modo la dimensione digitale amplifica il razzismo? Perché le disuguaglianze sociali, ancora più evidenti dopo la pandemia, hanno riacceso i fuochi dell'America? Quali possono essere le nostre responsabilità di fronte allo scatenarsi della violenza contro gli immigrati? Sono solo alcune delle domande che si pongono Eraldo Affinati e Marco Gatto in questo animato dialogo sulla crisi socioculturale che ha travolto l'Occidente negli ultimi vent'anni.

I due interlocutori, che pur appartenendo a generazioni diverse sono legati da una profonda sintonia pedagogica e dall'esperienza didattica della Penny Wirton, mostrano come una riflessione sul razzismo iniziata già prima del Covid-19 risulti cruciale per analizzare il crescente consenso internazionale ottenuto dalle correnti sovraniste, che si nutrono delle disparità causate dal trionfo del consumismo, della cultura narcisistica e della rivoluzione tecnologica. Non a caso, quando una società è dominata dalla paura e dall'incertezza, le false identificazioni del «diverso» hanno una presa efficace e alimentano il nostro razzismo quotidiano, ben più diffuso e sordido degli episodi clamorosi che finiscono sui giornali. Si tratta di una sconfitta culturale bruciante, soprattutto per chi ha il ruolo di educare le giovani generazioni, che sui banchi riproducono i modelli ingenuamente introiettati nello spazio privato o sui social network.

Ecco dunque che l'analisi sulla strumentalizzazione politica del fenomeno migratorio, che la solitudine degli intellettuali contemporanei non riesce a scalfire, si trasforma in un'accorata riflessione sulle ultime possibilità di resistenza civile, oggi praticabili specialmente a scuola, là dove tutti i nodi s'intrecciano ma possono essere ancora sciolti. Proprio la scuola, infatti, può offrire uno spazio di speranza, in cui allenare la consapevolezza di far parte di una comunità.

È così che I meccanismi dell'odio, un viaggio intellettuale che attinge vigore da molti grandi pensatori - da don Lorenzo Milani a Philip Roth, da Toni Morrison a Pierre Bourdieu -, trasmette la determinazione a perseverare anche di fronte alle crisi più gravi, con quella fiducia che soltanto chi crede nella natura pedagogica dell'insegnamento è capace di comunicare.

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