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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Emanuele Severino

Heidegger e la metafisica

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Inserito il 11-12-2020 da
Disponibile in 0 librerie
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Con «La struttura originaria» (1958), Emanuele Severino pose all’inizio del suo percorso teoretico il riconoscimento che «il pensiero dominante dell’Occidente è il nichilismo», cioè «la follia estrema», e che la metafisica classica aveva cessato di essere «il fondamento teorico dell’indagine storica». «L’apertura alla metafisica», che fino ad allora Severino aveva ricercato nel pensiero contemporaneo, diveniva dunque il sintomo non più della sua verità, ma della «vicinanza alla matrice stessa dell’alienazione fondamentale dell’Occidente». Questa svolta sul significato e sull’essenza della metafisica classica era andata preparandosi in una serie di testi giovanili – stesi fra il 1948 e il 1958 e ora raccolti in questo quarto volume degli «Scritti» –, nei quali Severino conduce un serrato confronto con i temi introdotti nella filosofia contemporanea da Heidegger e Gentile. «Heidegger e la metafisica» (1950) costituisce il tentativo di mostrare come «la filosofia di Heidegger, nella sua essenza, renda possibile il sapere metafisico» e come «il problema fondamentale di Heidegger sia quello di una radicale costruzione del sapere metafisico». «Note sul problematicismo italiano», steso già nel 1948 sullo sfondo del dibattito su attualismo e problematicismo, forma invece il terreno in cui era maturato il saggio heideggeriano. Impliciti in entrambi gli scritti sono da un lato il riconoscimento di Gentile e Heidegger come punti di riferimento essenziali del pensiero nel nostro secolo, dall’altro l’individuazione dei tratti che li accomunano, certo non meno importanti delle radicali divergenze. Infine, in una lunga Avvertenza, Severino ha voluto chiarire il senso di vari passaggi del suo «iter», visti con gli occhi di oggi. Completano il volume un gruppo di scritti teorici, fra i quali «Lineamenti di una fenomenologia dell’atto», «La struttura dell’essere», «Metafisica, fenomenologia, sociologia», e uno studio sulla riflessione rosminiana sull’essere e sulle affinità di quella riflessione con il pensiero di Heidegger.

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Editore: Adelphi Edizioni spa

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 588

Formato: BOOK

ISBN-10: 8845982319

ISBN-13: 9788845982316

Data di pubblicazione: 2020

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Con «La struttura originaria» (1958), Emanuele Severino pose all’inizio del suo percorso teoretico il riconoscimento che «il pensiero dominante dell’Occidente è il nichilismo», cioè «la follia estrema», e che la metafisica classica aveva cessato di essere «il fondamento teorico dell’indagine storica». «L’apertura alla metafisica», che fino ad allora Severino aveva ricercato nel pensiero contemporaneo, diveniva dunque il sintomo non più della sua verità, ma della «vicinanza alla matrice stessa dell’alienazione fondamentale dell’Occidente». Questa svolta sul significato e sull’essenza della metafisica classica era andata preparandosi in una serie di testi giovanili – stesi fra il 1948 e il 1958 e ora raccolti in questo quarto volume degli «Scritti» –, nei quali Severino conduce un serrato confronto con i temi introdotti nella filosofia contemporanea da Heidegger e Gentile. «Heidegger e la metafisica» (1950) costituisce il tentativo di mostrare come «la filosofia di Heidegger, nella sua essenza, renda possibile il sapere metafisico» e come «il problema fondamentale di Heidegger sia quello di una radicale costruzione del sapere metafisico». «Note sul problematicismo italiano», steso già nel 1948 sullo sfondo del dibattito su attualismo e problematicismo, forma invece il terreno in cui era maturato il saggio heideggeriano. Impliciti in entrambi gli scritti sono da un lato il riconoscimento di Gentile e Heidegger come punti di riferimento essenziali del pensiero nel nostro secolo, dall’altro l’individuazione dei tratti che li accomunano, certo non meno importanti delle radicali divergenze. Infine, in una lunga Avvertenza, Severino ha voluto chiarire il senso di vari passaggi del suo «iter», visti con gli occhi di oggi. Completano il volume un gruppo di scritti teorici, fra i quali «Lineamenti di una fenomenologia dell’atto», «La struttura dell’essere», «Metafisica, fenomenologia, sociologia», e uno studio sulla riflessione rosminiana sull’essere e sulle affinità di quella riflessione con il pensiero di Heidegger.

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