Lìberos

Libro

La mia Libreria

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le tue informazioni utente.

Accedi ora o registrati


E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Tiziano Terzani

Buonanotte signor Lenin

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 5 librerie
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 5 librerie

Nell'agosto 1991 Tiziano Terzani si trova lungo il corso del fiume Amur, in Siberia, con una spedizione sovietico-cinese, quando apprende la notizia del golpe anti-Gorbačëv che ha appena avuto luogo a Mosca. Decide di intraprendere subito, questa volta da solo, il lungo viaggio che in due mesi lo condurrà, attraverso la Siberia, l'Asia centrale e il Caucaso, fino alla capitale. Un'esperienza eccezionale, fissata negli appunti, nelle riflessioni e nelle fotografie che compongono questo libro, una testimonianza in presa diretta di un evento epocale, una galleria di individui e popoli diversi, un panorama di città leggendarie, di luoghi sconosciuti e abbandonati ai margini della storia, di vestigia del passato e di segnali del nuovo che avanza. Un viaggio, e un libro, che ci ha consegnato l'istantanea del tramonto definitivo dell'impero sovietico.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

pmax

La morte del comunismo (anche come illusione dell'autore) in un viaggio attraverso l'URSS, durante il golpe del 1991. Cosa è stato il comunismo nelle varie repubbliche sovietiche e cosa ne stava (ne è nato, ora) nascendo.

Valuta la recensione

Laura

Era da tempo che non leggevo qualcosa di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore che ammiro tantissimo e di cui, già in passato, ho apprezzato diverse pubblicazioni, compresa una postuma. Mi mancava la sua scrittura, semplice, appassionata, sincera, e, dal momento che di recente è caduto l’anniversario della sua scomparsa, la lettura di questo libro è stato il mio modo di ricordare il grande personaggio che lui era. In verità, in Italia – intendo a livello ufficiale – le commemorazioni non si sprecano. Ricordo ancora quando, alla fine del luglio del 2004, uno scarno comunicato al telegiornale diede la notizia della sua morte; i vippetti televisivi di turno, in vacanza presso qualche rinomata località estiva, ebbero senz’altro più spazio tra le notizie di quei giorni. Credo che in Germania, Paese per il quale Terzani lavorò per tre ben decenni come corrispondente dall’Asia di “Der Spiegel”, il suo nome non sia invece finito nel dimenticatoio. Fortuna che, a dispetto dello snobismo nei suoi confronti da parte dei piani alti, un vasto pubblico di affezionati lettori e ammiratori pure qui da noi non gli è mai mancato. Già, perché il grande pregio del nostro giornalista toscano, secondo me, è sempre stato quello di farsi capire da tutti, tanto dall’accademico quanto da chi non può vantare alti titoli di studio, anche se parlava degli uiguri dello Xinjiang o del marxismo-leninismo in salsa cinese fino alla sterzata capitalistica del pur sempre comunistissimo Deng, dell’antica spiritualità indiana o della dissacrante modernità giapponese. Nemmeno in “Buonanotte, Signor Lenin” il suo modo di raccontare si smentisce, regalandoci, praticamente in diretta, una preziosa testimonianza sul disfacimento dello sconfinato impero sovietico. Partendo dalla Siberia più estrema, dove già si trovava proprio nei giorni del golpe ai danni di Gorbaciov (agosto 1991), Terzani affronta un lungo e improvvisato viaggio attraverso le repubbliche di quella che stava diventando ormai la ex Unione. Chilometri e chilometri di Storia, storie, popoli, culture, religioni, timori, speranze, illusioni, fino a raggiungere Mosca dopo circa un mese e mezzo dall’inizio di quel viaggio. Da una parte all’altra, a cadere non sono soltanto le colossali statue in bronzo di Lenin, padre della Rivoluzione, ma anche le poche certezze che quelle genti avevano da settant’anni, sostituite in quel momento dalla prospettiva di un futuro pieno di incognite. E mentre i comunisti di un tempo si riciclano e con un’abile “operazione cosmetica”, magari ribattezzandosi socialdemocratici, restano un po’ ovunque al potere, in molti iniziano a preoccuparsi di come fare in fretta i tanto agognati dollari, segno evidente del completo fallimento del sistema. Molto interessante, tra l’altro, la parte relativa alle repubbliche dell’Asia Centrale, quelle di tradizione musulmana e non etnicamente russe, che mi ha ricordato varie cose studiate a suo tempo e fatto scoprire tante di nuove; così come ho trovato degno di nota il capitolo dedicato all’Armenia, dove una pesante tristezza finisce per permeare luoghi e persone che ancora oggi portano il peso incancellabile del genocidio ad opera dei turchi di un secolo fa. Per nulla superflue le considerazioni dell’autore sul comunismo e il suo crollo: se è vero che “come sistema di potere, fondato sull’intolleranza e sul terrore, il comunismo doveva finire”, è innegabile tuttavia che “là dove non era al potere, ma restava come un’alternativa d’opposizione – nei paesi dell’Europa Occidentale, per esempio – il comunismo […] ha contribuito al progresso sociale della gente” e che al principio esso “era una grande forza, una ispirazione”. Al di là di tutto questo sistema in dissoluzione ci sono milioni di persone, sovietici che, di colpo, si riscoprono kazaki, tagiki, azeri, uzbeki etc., in un risveglio improvviso di nazionalità che intimorisce non poco. Ecco, la gente… Terzani amava scriverne, forse perché le singole storie di pochi raccontano un intero territorio meglio di tanti discorsi di facciata dei suoi capi di turno (politici o religiosi): dai portieri e le donne di servizio degli hotel per turisti agli operai delle fabbriche, dalle hostess e piloti della disastrata compagnia di bandiera sovietica a coloro ancora perseguitati dal KGB, questo libro è pieno di piccole storie, quelle che più colpiscono e restano impresse. E allora grazie, Tiziano, grazie per queste bellissime pagine e tutte le altre indimenticabili che hai scritto! Pagine che, negli anni, mi hanno fatto viaggiare, pur restando tra le mura di casa o lungo brevi itinerari fissi a bordo di un treno, fino ai piedi dell’Himalaya oppure tra le strade di Saigon del ’75 come tra quelle di Hong Kong del ’97, poco prima del ritorno della città alla madrepatria cinese; stavolta addirittura tra quelle delle leggendarie Bukhara e Samarcanda, al cospetto di antichi caravanserragli e incantevoli minareti e cupole di moschee. Grazie, perché, personalmente, ti devo molto più della semplice buona riuscita di un paio di esami universitari preparati in parte sui tuoi libri. Chissà quante tue nuove opere ci siamo persi nel corso di questi undici anni in cui non ci sei più, di certo ne avresti pubblicato. Grazie per il tuo sguardo sul mondo, sempre curioso e mai superficiale, grazie per il cuore che mettevi nello scrivere, pregio di pochi rispetto alla professionale asetticità delle cronache di molti fra coloro che svolgono il tuo mestiere. Grazie, perché i tuoi pensieri e le tue parole risuonano come uno splendido inno alla vita e alla pace in un mondo allo sbando che, purtroppo, non ha ancora compreso che la propria bellezza sta nell’altissimo valore della sua diversità.

Valuta la recensione

Editore: TEA

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 423

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8850206151

ISBN-13: 9788850206155

Data di pubblicazione: 2004

Devi effettuare l'accesso per tracciare questo libro.

Accedi ora o registrati


Chi lo ha letto

Nessun utente ha letto questo libro

Chi lo sta leggendo

Nessun utente sta leggendo questo libro

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Tiziano Terzani

Buonanotte signor Lenin

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 5 librerie
Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 5 librerie

Nell'agosto 1991 Tiziano Terzani si trova lungo il corso del fiume Amur, in Siberia, con una spedizione sovietico-cinese, quando apprende la notizia del golpe anti-Gorbačëv che ha appena avuto luogo a Mosca. Decide di intraprendere subito, questa volta da solo, il lungo viaggio che in due mesi lo condurrà, attraverso la Siberia, l'Asia centrale e il Caucaso, fino alla capitale. Un'esperienza eccezionale, fissata negli appunti, nelle riflessioni e nelle fotografie che compongono questo libro, una testimonianza in presa diretta di un evento epocale, una galleria di individui e popoli diversi, un panorama di città leggendarie, di luoghi sconosciuti e abbandonati ai margini della storia, di vestigia del passato e di segnali del nuovo che avanza. Un viaggio, e un libro, che ci ha consegnato l'istantanea del tramonto definitivo dell'impero sovietico.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

pmax

La morte del comunismo (anche come illusione dell'autore) in un viaggio attraverso l'URSS, durante il golpe del 1991. Cosa è stato il comunismo nelle varie repubbliche sovietiche e cosa ne stava (ne è nato, ora) nascendo.

Valuta la recensione

Laura

Era da tempo che non leggevo qualcosa di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore che ammiro tantissimo e di cui, già in passato, ho apprezzato diverse pubblicazioni, compresa una postuma. Mi mancava la sua scrittura, semplice, appassionata, sincera, e, dal momento che di recente è caduto l’anniversario della sua scomparsa, la lettura di questo libro è stato il mio modo di ricordare il grande personaggio che lui era. In verità, in Italia – intendo a livello ufficiale – le commemorazioni non si sprecano. Ricordo ancora quando, alla fine del luglio del 2004, uno scarno comunicato al telegiornale diede la notizia della sua morte; i vippetti televisivi di turno, in vacanza presso qualche rinomata località estiva, ebbero senz’altro più spazio tra le notizie di quei giorni. Credo che in Germania, Paese per il quale Terzani lavorò per tre ben decenni come corrispondente dall’Asia di “Der Spiegel”, il suo nome non sia invece finito nel dimenticatoio. Fortuna che, a dispetto dello snobismo nei suoi confronti da parte dei piani alti, un vasto pubblico di affezionati lettori e ammiratori pure qui da noi non gli è mai mancato. Già, perché il grande pregio del nostro giornalista toscano, secondo me, è sempre stato quello di farsi capire da tutti, tanto dall’accademico quanto da chi non può vantare alti titoli di studio, anche se parlava degli uiguri dello Xinjiang o del marxismo-leninismo in salsa cinese fino alla sterzata capitalistica del pur sempre comunistissimo Deng, dell’antica spiritualità indiana o della dissacrante modernità giapponese. Nemmeno in “Buonanotte, Signor Lenin” il suo modo di raccontare si smentisce, regalandoci, praticamente in diretta, una preziosa testimonianza sul disfacimento dello sconfinato impero sovietico. Partendo dalla Siberia più estrema, dove già si trovava proprio nei giorni del golpe ai danni di Gorbaciov (agosto 1991), Terzani affronta un lungo e improvvisato viaggio attraverso le repubbliche di quella che stava diventando ormai la ex Unione. Chilometri e chilometri di Storia, storie, popoli, culture, religioni, timori, speranze, illusioni, fino a raggiungere Mosca dopo circa un mese e mezzo dall’inizio di quel viaggio. Da una parte all’altra, a cadere non sono soltanto le colossali statue in bronzo di Lenin, padre della Rivoluzione, ma anche le poche certezze che quelle genti avevano da settant’anni, sostituite in quel momento dalla prospettiva di un futuro pieno di incognite. E mentre i comunisti di un tempo si riciclano e con un’abile “operazione cosmetica”, magari ribattezzandosi socialdemocratici, restano un po’ ovunque al potere, in molti iniziano a preoccuparsi di come fare in fretta i tanto agognati dollari, segno evidente del completo fallimento del sistema. Molto interessante, tra l’altro, la parte relativa alle repubbliche dell’Asia Centrale, quelle di tradizione musulmana e non etnicamente russe, che mi ha ricordato varie cose studiate a suo tempo e fatto scoprire tante di nuove; così come ho trovato degno di nota il capitolo dedicato all’Armenia, dove una pesante tristezza finisce per permeare luoghi e persone che ancora oggi portano il peso incancellabile del genocidio ad opera dei turchi di un secolo fa. Per nulla superflue le considerazioni dell’autore sul comunismo e il suo crollo: se è vero che “come sistema di potere, fondato sull’intolleranza e sul terrore, il comunismo doveva finire”, è innegabile tuttavia che “là dove non era al potere, ma restava come un’alternativa d’opposizione – nei paesi dell’Europa Occidentale, per esempio – il comunismo […] ha contribuito al progresso sociale della gente” e che al principio esso “era una grande forza, una ispirazione”. Al di là di tutto questo sistema in dissoluzione ci sono milioni di persone, sovietici che, di colpo, si riscoprono kazaki, tagiki, azeri, uzbeki etc., in un risveglio improvviso di nazionalità che intimorisce non poco. Ecco, la gente… Terzani amava scriverne, forse perché le singole storie di pochi raccontano un intero territorio meglio di tanti discorsi di facciata dei suoi capi di turno (politici o religiosi): dai portieri e le donne di servizio degli hotel per turisti agli operai delle fabbriche, dalle hostess e piloti della disastrata compagnia di bandiera sovietica a coloro ancora perseguitati dal KGB, questo libro è pieno di piccole storie, quelle che più colpiscono e restano impresse. E allora grazie, Tiziano, grazie per queste bellissime pagine e tutte le altre indimenticabili che hai scritto! Pagine che, negli anni, mi hanno fatto viaggiare, pur restando tra le mura di casa o lungo brevi itinerari fissi a bordo di un treno, fino ai piedi dell’Himalaya oppure tra le strade di Saigon del ’75 come tra quelle di Hong Kong del ’97, poco prima del ritorno della città alla madrepatria cinese; stavolta addirittura tra quelle delle leggendarie Bukhara e Samarcanda, al cospetto di antichi caravanserragli e incantevoli minareti e cupole di moschee. Grazie, perché, personalmente, ti devo molto più della semplice buona riuscita di un paio di esami universitari preparati in parte sui tuoi libri. Chissà quante tue nuove opere ci siamo persi nel corso di questi undici anni in cui non ci sei più, di certo ne avresti pubblicato. Grazie per il tuo sguardo sul mondo, sempre curioso e mai superficiale, grazie per il cuore che mettevi nello scrivere, pregio di pochi rispetto alla professionale asetticità delle cronache di molti fra coloro che svolgono il tuo mestiere. Grazie, perché i tuoi pensieri e le tue parole risuonano come uno splendido inno alla vita e alla pace in un mondo allo sbando che, purtroppo, non ha ancora compreso che la propria bellezza sta nell’altissimo valore della sua diversità.

Valuta la recensione

Éntula, il festival letterario diffuso CON la Sardegna

Mens Sana, festival di letteratura sportiva

Liquida, festival di letteratura giornalistica