Il 10 maggio del 1933 allo scoccare della mezzanotte in Germania migliaia di libri venivano dati alle fiamme. Joseph Goebbels a Berlino, davanti a quarantamila persone, tra militari, civili, studenti, militanti del partito nazista, aveva proclamato: «L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo fatto di carattere».
È il 2022, da poco la Russia ha invaso l’Ucraina, e un anno dopo un nuovo conflitto devasterà la striscia di Gaza. Fabio Stassi, durante un tour degli Istituti di cultura italiani in Germania, attraversa le piazze dei Bücherverbrennungen, i roghi di libri e matura questa riflessione tutta contemporanea, a dispetto dell’indagine storica, sulla cecità della guerra, sul saccheggio di librerie e biblioteche, sull’istinto di sopraffazione pronto a ripetersi ancora oggi più violento che mai.
Stassi risale la storia dei roghi di libri e delle censure, dal passato fino ai giorni nostri, con risultati sorprendenti. Studia mappe e resoconti, rintraccia e ricostruisce le liste di libri e scrittori considerati sovversivi dal partito nazista. Tra questi scopre cinque italiani: Pietro Aretino, il cantore dissacrante del Rinascimento; Antonio Borgese, cittadino del mondo detrattore della guerra; Emilio Salgari, antimperialista che proietta fuori dall’Italia i suoi ideali; Ignazio Silone, antifascista radicale in grado con la sua penna di danneggiare il fascismo più di una battaglia perduta; Maria Volpi, in arte Mura, unica donna italiana della lista, disinibita scrittrice di romanzi rosa, poetessa del piacere e dell’indipendenza femminile.
Stassi ricostruisce un atlante storico e letterario e conduce il lettore negli spazi reali della storia e in quelli immaginari del pensiero e della letteratura: da Ovidio a Sebald, Ariosto e Cervantes, Arendt, Canetti, Morante, Hemingway, Wilde, Pirandello, Camilleri, Bernhard e moltissimi altri. Un viaggio ricco di corrispondenze, accostamenti e nuove interpretazioni, un invito a riprendere attraverso la pagina scritta la propria intima ribellione.