Per molti, nel calcio italiano, Gigi Riva è stato l’ultimo degli eroi. Il suo era il tempo in cui la televisione non aveva ancora cancellato l’epica dello sport. Il racconto dei testimoni contava più delle immagini; e Riva, nel breve volgere della sua straordinaria carriera, è riuscito a diventare un personaggio epico, cantato e raccontato da compagni e avversari, tifosi e non tifosi, giornalisti e scrittori. Ancora oggi il suo nome evoca insieme la forza e la correttezza, il talento e l’integrità. Un’isola intera, la Sardegna, lo ha eletto per sempre a proprio monumento di identità – proprio lui, che non era nemmeno sardo. Perché? Bisogna dipanare con pazienza e stupore il filo della sua intera, romanzesca storia, per capire appieno il percorso di un uomo che ha attraversato la povertà, il dolore, la rabbia, la gioia, la sfortuna, la gloria, l’orgoglio, la serenità, senza mai smettere di essere un «hombre vertical».